Misterbianco: arrestata 48enne che fece uccidere il compagno

Redazione
Misterbianco: arrestata 48enne che fece uccidere il compagno
foto repertorio

Misterbianco: arrestata 48enne che fece uccidere il compagno. Gli uomini dell’arma dei carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Catania, su delega della Procura, hanno eseguito un ordine di carcerazione.

A finire in manette la 48enne di Misterbianco Barbara Bregamo, che deve scontare una pena residuale definitiva di 13 anni di reclusione. Il provvedimento restrittivo  riguarda il coinvolgimento della donna nel tentato omicidio e nel successivo assassinio dell’allora compagno convivente Santo Giuffrida.

Il 65enne è ucciso per mano di complici, ricompensati poi con denaro e beni materiali. In merito al primo fatto criminale, avvenuto la notte del 21 gennaio del 2001, Santo Giuffrida, mentre si trovava in compagnia della compagna, è aggredito da uno sconosciuto armato di coltello – che all’esito delle indagini è stato identificato in Francesco Giuseppe Indorado – che lo attinse con diversi fendenti.

La vittima tuttavia, grazie alla sua pronta reazione, riuscì a salvarsi, costringendo l’aggressore alla fuga. Successivamente, dopo circa un anno dal tentativo di omicidio, precisamente il 10 dicembre del 2002, l’uomo è morto per cause che all’epoca dei fatti, furono ritenute naturali.

Luciano Cavallaro si autoaccusò dei due efferati episodi

In particolare in quella occasione, i sanitari intervenuti sul posto credettero che la morte fosse determinata da un infarto fulminante. Nel 2017, invece, il collaboratore di giustizia Luciano Cavallaro si autoaccusò dei due efferati episodi delittuosi, pur senza specifici addebiti a suo carico.

All’esito quindi della successiva attività investigativa posta in essere  sono accertati i fatti, le circostanze e le responsabilità dei vari personaggi coinvolti nel sanguinoso delitto, evidenziando soprattutto il ruolo della Barbara Bregamo quale mandante dell’omicidio del compagno.

Dalle indagini emerse infatti come in un primo momento, la donna ingaggiò Cavallaro, con il quale stava intrattenendo una relazione sentimentale, e Francesco Giuseppe Indorato per uccidere il compagno. Lo scellerato piano delinquenziale tuttavia non èportato a compimento, a causa della pronta difesa e reazione dell’uomo.

Il disegno criminoso è comunque realizzato dopo circa un anno, quando la donna assoldò nuovamente Cavallaro, pagando i suoi servizi malavitosi con una costosa BMW e con la somma di 20.000 euro, prelevata da un conto cointestato con la stessa vittima.

La notte del delitto

Cavallaro, che in quella circostanza si avvalse della collaborazione del cugino Alfio Maugeri e di Antonio Zucarello, entrò quindi nella notte nell’abitazione del Giuffrida, dopo che la Bregamo gli aveva aperto la porta, iniettando alla vittima, che stava dormendo sul proprio letto, un potente veleno per cavalli, per poi soffocarlo.

Tuttavia, attraverso la successiva attività tecnica è fatta luce sulla vicenda. Nello specifico, in una conversazione con un suo amico, Antonio Zuccarello, evidentemente attanagliato dalla preoccupazione che la notizia prima o poi potesse emergere, confessò con dovizia di particolari le fasi salienti dell’omicidio.

Soffermandosi più volte sul fatto che avesse colpito la vittima con un’iniezione “velenosa”, per poi terminarlo con un successivo soffocamento a mani nude. La donna è ristretta presso la casa circondariale di Catania Piazza Lanza.

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