Modena: la strage che ha sconvolto Castelfranco Emilia
Nel corso di un'udienza in tribunale, Salvatore Montefusco, imprenditore edile di 71 anni, ha ripercorso le fasi dell'orribile strage familiare
Modena: la strage che ha sconvolto Castelfranco Emilia. Nel corso di un’udienza in tribunale, Salvatore Montefusco, imprenditore edile di 71 anni, ha ripercorso le fasi dell’orribile strage familiare avvenuta a Modena nel giugno del 2022.
L’accusato ha ammesso di aver sparato “all’impazzata” uccidendo la moglie e la figlia della sua compagna. In questo articolo esploreremo il racconto dell’imprenditore edile accusato, i motivi che si celano dietro a questo terribile crimine e l’emotiva confessione resa in tribunale.
Le fasi del duplice omicidio
Nel corso dell’udienza in tribunale, Salvatore Montefusco, imprenditore edile di 71 anni accusato del duplice omicidio della moglie Gabriela Trandafir di 47 anni e della figlia di lei Renata, di anni 22, ha ripercorso le fasi terribili di quella tragica giornata.
Secondo la sua testimonianza, mentre stava lavorando nelle aiuole, Renata si avvicinò e gli comunicò che voleva andarsene di casa. Montefusco ha dichiarato di aver perso completamente la vista e di essersi diretto verso il casotto, dove ha preso un fucile.
Ha sparato in maniera indiscriminata, colpendo Renata alla testa quando tentava di fuggire. Successivamente, ha colpito accidentalmente la porta mentre cercava di sparare a Gabriela.
La testimonianza dell’imputato fornisce un resoconto dettagliato delle fasi del terribile omicidio che ha scosso la comunità di Castelfranco Emilia.
I motivi dietro l’orribile strage familiare
I motivi dietro l’orribile strage familiare sono stati esposti dall’imprenditore edile accusato, Salvatore Montefusco, nel corso dell’udienza in tribunale.
Secondo Montefusco, il suo gesto estremo è stato scatenato dalle continue richieste di separazione da parte della figlia della sua compagna, Renata, e dalle umiliazioni subite da entrambe le donne.
L’imputato ha sostenuto di aver costruito la casa per Gabriela e Renata e di essersi sentito tradito dal loro desiderio di venderla. Questi sentimenti di frustrazione e rabbia hanno portato Montefusco a perdere il controllo e a commettere l’atroce delitto.
Il dramma e la confessione: l’udienza in tribunale
Durante l’udienza in tribunale, Salvatore Montefusco, imprenditore edile accusato del duplice omicidio della moglie e della figlia, ha vissuto un momento di grande dramma quando ha ripercorso le fasi dell’orribile strage familiare.
In lacrime, l’imputato ha confessato di non aver più visto chiaramente, di aver preso il fucile e di aver sparato all’impazzata. Ha raccontato come la discussione con la figlia Renata si sia trasformata in un tragico inseguimento nel quale ha sparato senza mirare.
Ha poi descritto il momento in cui ha colpito mortalmente Renata e il terribile incontro con il figlio. Questa confessione ha reso l’udienza ancora più intensa, gettando luce sui motivi che hanno portato a tale tragedia familiare.
Il racconto dell’imprenditore edile accusato del duplice omicidio della moglie e della figlia ha gettato luce su una tragedia familiare che ha lasciato tutti senza parole.
Mentre la testimonianza di Montefusco offre un’idea dei momenti che hanno portato alla strage, rimane ancora da comprendere appieno i motivi profondi dietro a questo orribile atto.