Monica Vitti, i 90 anni dell’attrice con due volti

Redazione
Monica Vitti, i 90 anni dell’attrice con due volti

Monica Vitti, i 90 anni dell’attrice con due volti. Con quella sua aria “un po’ così”, sognante e romantica, ma anche con la sua inconfondibile verve auto-ironica, è stata la protagonista indiscussa della commedia all’italiana.

Prima ancora incompresa, depressa, struggente, rarefatta musa della quadrilogia dei sentimenti (L’avventura, La Notte, L’eclisse, Il Deserto Rosso) di Michelangelo Antonioni. Senz’altro istrionica, amata attrice a tutto tondo è stata Monica Vitti.

In lei due volti e due immagini che – anche se si respingono – sono essenziali per la storia del nostro cinema. Il 3 di novembre compirà novanta anni, nel 2002 la sua ultima apparizione pubblica, prima di ritirarsi a vita privata, a causa di una grave malattia che l’ha colpita.

Monicelli racconta: «Nonostante facesse dei film con Antonioni, interpretasse personaggi da film muto, personaggi misteriosi, d’altri tempi, nella vita invece era vivace, divertente, piena d’umorismo».

La seconda Monica Vitti

La seconda Monica Vitti conquisterà il pubblico mettendo in ombra la prima. Fu quello dal drammatico al comico un passaggio naturale per quest’artista insolita e versatile, capace di impugnare i propri personaggi con un’ironia straordinaria, proiettandoli oltre il grande schermo, e facendosi scudo e modello per le donne italiane.

Donne ancora inerti davanti all’esclusione sistematica di una società maschilista e provinciale, masochisticamente relegate ad un ruolo subalterno. È lei in L’anatra all’arancia (1975) la borghese protagonista.

Una coppia radical-chic e finto-aperta che nella competizione con la segretaria “bambolona”, la quasi sempre “nuda” Barbara Bouchet, finisce per rivelarsi inevitabilmente gelosa e tradizionalista.

La tetralogia di Antonioni

La irraggiungibile, bellissima e incompresa, consacrata protagonista della tetralogia di Antonioni dalla fine degli anni ’60 cambia decisamente registro per trasformarsi dunque in attrice comica, interprete politicamente consapevole dell’affermazione della donna nella nostra società.

Dramma della gelosia, di Ettore Scola (1970), Polvere di stelle, di Alberto Sordi (1973). Dirà in un’intervista «Scoprire di far ridere è come scoprire di essere la figlia del re», e ancora: «L’attore ha due handicap, io ne ho addirittura tre.

Sono una comica cosiddetta, cioè un’attrice brillante, e allora prima di tutto si aspettano che io faccia ridere con una battuta; poi c’è il fatto che sono una donna e poi un’attrice». (Fonte ilsole24ore.com)

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