Mori: alpinista muore precipitando da una ferrata

Redazione
Mori: alpinista muore precipitando da una ferrata

Mori: alpinista muore precipitando da una ferrata. Un alpinista ha perso la vita questa mattina dopo essere precipitato per centinaia di metri dalla via ferrata Marangoni, che dall’abitato di Mori, in provincia di Trento sale al Monte Albano.

Si tratta di una via esposta e molto impegnativa, in alcuni tratti, dal punto di vista tecnico e atletico. Dalle prime informazioni la vittima sarebbe caduta mentre stava affrontando l’ultimo tratto del percorso.

La dinamica

Sul posto si sono portati prontamente il soccorso alpino ed i carabinieri della compagnia di Rovereto. L’esatta dinamica di quanto accaduto non è ancora ben ricostruita nel dettaglio.

Ma a quanto pare la vittima, un uomo di circa 50 anni, sarebbe precipitata nel vuoto a pochi metri dalla vetta. La caduta non ha lasciato scampo all’alpinista.

La via ferrata in questione, si legge sulla pagina dedicata del Comune di Mori, è realizzata dalla sezione Cai-Sat nel 1976 su una parete rocciosa che sovrasta, verso nord, l’abitato di Mori.

Nel 2022 504 persone morte in montagna

Il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, nei mesi scorsi, ha reso noto il rapporto dell’attività di soccorso riferita al 2022. In sensibile aumento è il dato dei decessi avvenuti in ambiente montano, +13,5% rispetto all’anno precedente per un totale di 504 vittime.

In aumento anche le missioni di soccorso, +9,8% per un totale di 10.367. Le persone soccorse sono state 10.125 e quelle ferite 5.823. Il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, che sul territorio nazionale opera con 7.000 operatori altamente specializzati, effettua soccorsi tecnici e sanitari in ambiente montano, in grotta e in ambienti impervi.

Tra i fattori che portano a richiedere l’intervento, caduta/scivolata (45,9% degli interventi), incapacità durante l’attività svolta (26,3%) e malore (13,7%). Solo il 3,7% sono stati i soccorsi dovuti al maltempo.

Le attività maggiormente coinvolte e cause degli incidenti sono, l’escursionismo (50,2% dei casi), la mountain bike (9,0%, con un trend in forte crescita di anno in anno negli ultimi 5 anni), lo sci alpino (7,8%), l’alpinismo (5,4%) e la ricerca di funghi (4,2%).

Nel 2022 hanno perso la vita in ambiente impervio 504 persone con un importante incremento rispetto al 2021 (+13,5%). Le persone recuperate ferite in modo leggero sono state 4.297, quelle in maniera grave 1.298, e quelle con compromesse funzioni vitali 228. (Immagine di repertorio)

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