Morto per le ferite: non ce l’ha fatta il piccolo Rayan

Redazione
Morto per le ferite: non ce l’ha fatta il piccolo Rayan

Morto per le ferite: non ce l’ha fatta il piccolo Rayan. Molti lo hanno paragonato ad Alfredino Rampi, il bambino di cinque anni che nel giugno del 1981 cadde in un pozzo a Vermicino e, dopo tre giorni, morì dopo giorni di inutili tentativi di soccorso.

Anche Rayan, infatti, il bimbo di cinque anni cascato in un pozzo in Marocco, è morto dopo essere estratto ancora vivo dal pozzo. I soccorritori hanno recuperato il piccolo grazie a un tunnel parallelo al pozzo artesiano in cui Rayan è rimasto intrappolato per cinque giorni.

Con loro è scesa nel buio anche un’equipe di medici. Le speranze di trovarlo vivo erano alte, dato che al piccolo è garantito un apporto costante di ossigeno tramite una mascherina e i soccorritori sono riusciti a calare un tubicino con dell’acqua attraverso la stretta fessura in cui è caduto.

Pare che gli ultimi centimetri del secondo tunnel siano scavati con le mani, per ridurre il più possibile le vibrazioni e il rischio che tutto crollasse. Purtroppo, però, la storia non ha avuto un lieto fine.

Il piccolo è morto

Il bimbo, estratto dopo 100 ore al pozzo in cui era precipitato, non ce l’ha fatta. Lo annuncia in un comunicato il gabinetto della Casa Reale del Marocco: “Il bambino è morto a causa delle ferite riportate durante la caduta”, si legge nel comunicato citato dai media arabi.

Il re Mohammed VI ha telefonato ai genitori per porgere le proprie condoglianze. Il piccolo è precipitato lo scorso martedì in un pozzo artesiano profondo 32 metri nel villaggio di di Bab Berred, nella provincia rurale del Marocco settentrionale di Chefchaouen.

Da allora è rimasto intrappolato in un buco largo meno di 30 centimetri. A denunciarne la scomparsa è stato il padre, un agricoltore della zona: pare abbia riferito alle autorità locali che il buco in cui è precipitato Rayan, solitamente coperto, era probabilmente senza protezione per via di alcuni lavori avviati nelle ultime settimane.

A causa degli spazi angusti, che non permettono a un adulto di calarsi dall’alto, la macchina dei soccorsi si è messa in moto per raggiungere il piccolo attraverso un tunnel parallelo scavato in fretta e furia con l’ausilio di sei escavatrici. (ilgiornale.it)

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