Morto Stefano Mele: il forestale che spegneva gli incendi

Redazione
Morto Stefano Mele: il forestale che spegneva gli incendi

Morto Stefano Mele: il forestale che spegneva gli incendi. Bitonto, in Puglia, è sotto choc per la morte di Stefano Mele. 62 anni operaio forestale stroncato da un malore due giorni fa mentre pattugliava il bosco Rogadeo.

Originario di Grumo Appula, l’uomo sarebbe morto perchè colpito da un collasso, probabilmente generato dal caldo eccessivo; è subito soccorso dal 118, ma per lui non c’è stato nulla da fare.

Stefano Mele era al lavoro di vedetta in una zona colpita spesso da incendi, costretto come altri operai a lavorare esposto alle temperature altissime di questi giorni.

La Cgil e il Nidil di Puglia esprimono “profondo cordoglio” per la tragedia. “Siamo addolorati e ci stringiamo ai famigliari del lavoratore, un nostro iscritto, che da circa dieci anni svolgeva con rigore e dedizione il suo compito.

Seppur costretto a una condizione di precarietà che da tempo denunciamo, legata a impieghi stagionali e che riguarda circa 350 operatori in somministrazione presso Arif Puglia assunti dalle agenzie interinali.” dichiarano il segretario generale Cgil Puglia Pino Gesmundo e la coordinatrice regionale Nidil Maria Giorgia Vulcano.

“Sono questi operai precari – concludono la Cgil e il Nidil di Puglia – quelli che provano a tenere al sicuro il nostro immenso patrimonio boschivo, al riparo da piromani e incendi causati dal caldo o dall`incuria umana”.

L’ultimo bollettino aggiornato del servizio prevenzione incendi risale al 2018, quando si sono registrati in Puglia 1977 incendi. “Sono questi operai precari quelli che provano a tenere al sicuro il nostro immenso patrimonio boschivo, al riparo da piromani e incendi causati dal caldo o dall’incuria umana”.

Falsifica testamento zio, 1 mln di euro sequestrato a 74enne

Avrebbe falsificato il testamento di un anziano zio facendosi nominare unico erede dell’intero patrimonio. La Guardia di finanza di Altamura (Bari) ha eseguito un sequestro preventivo di oltre un milione di euro nei confronti di un 74enne di Altamura; indagato per falsità in testamento olografo.

Lo zio dell’indagato, deceduto nel 2019, celibe e senza figli, era affetto da gravi malattie che lo avevano reso quasi cieco. Emigrato in Venezuela in giovane età, aveva vissuto accumulando ingenti ricchezze grazie alla gestione di centri benessere di sua proprietà, per poi rientrare ad Altamura in età pensionabile.

Qui aveva donato un appartamento a uno dei nipoti il quale, alla sua morte, aveva fatto pubblicare un testamento olografo dal quale risultava la volontà di nominarlo quale unico erede dell’intero patrimonio.

I sospetti

Queste ultime volontà testamentarie hanno indotto gli altri nipoti a presentare denuncia. I finanzieri, coordinati dalla pm Savina Toscani, hanno così accertato che il nipote aveva prodotto di proprio pugno l’atto testamentario.

Ne aveva simulato la redazione da parte dello zio e facendo risultare l’espressa volontà del testatore di nominarlo “erede universale”. E’ anche disposta una consulenza grafologica che ha confermato i sospetti.

Dagli accertamenti è emerso inoltre che il nipote si era recato anche negli Stati Uniti con lo zio per trasferire denaro, 1,2 milioni di dollari, da un conto corrente acceso a New York su un altro ad Altamura, dove il nipote aveva delega ad operare, poi trasferito a sua volta sul conto del nipote alla morte dello zio. Questo denaro è ora sequestrato.

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