Muore di tumore: sul manifesto anche l’Iban per aiuto allo studio della figlia
Muore di tumore: sul manifesto anche l’Iban per aiuto allo studio della figlia. L’iban sull’epigrafe per far studiare la figlia. Il desiderio di vedere la figlia unica laureata in giurisprudenza interrotto dal male che dopo un anno e mezzo ha avuto il sopravvento.
Per renderlo possibile, come ultima volontà, ha chiesto di sostenerla nel percorso universitario. “Il tuo fiore sia un’offerta a sostegno di Lisa”, si legge nell’epigrafe che annuncia la scomparsa a 47 anni, di Sonia Campagnolo. E qui è stato inserito l’Iban “in memoria di Sonia”.
Un codice Iban inserito proprio sull’epigrafe appesa in giro per il paese. Sonia Campagnolo, di Carmignano di Brenta (Padova), era una donna di 47 anni in lotta, da oltre un anno, contro un tumore.
Un aiuto per la figlia
Non ce l’ha fatta ma ha voluto come ultimo atto aiutare la figlia, studentessa di 22 anni. Una storia che veramente commuove. Le donazioni che saranno ricevute serviranno a finanziare l’Università della ragazza.
La laurea in Giurisprudenza, infatti, è il suo sogno, così come quello della mamma. Come riporta l’edizione di Padova de il Gazzettino, tramite l’epigrafe Sonia Campagnolo ha chiesto un aiuto per la sua ragazza.
“Il tuo fiore sia un’offerta a sostegno di Lisa”, si legge. Ed eccolo l’Iban, che ha come causale “in memoria di Sonia”: IT96E0103062470000001807112. Un ultimo gesto per l’amata figlia che un giorno potrà così laurearsi all’università. (Fonte leggo.it)
Ucciso in auto, per il gip la moglie deve restare in carcere
Deve restare in carcere Lucia Finetti, la donna che lo scorso 12 giugno ha ucciso con otto coltellate il marito, Roberto Iannello, 55 anni, dopo una lite in auto nella zona di Baggio, a Milano. Lo ha deciso la gip Sara Cipolla, che ha convalidato l’arresto ed emesso la misura cautelare in carcere.
Secondo la giudice sussistono i “gravi indizi di colpevolezza” e la donna è “pericolosa socialmente”. Ieri Finetti, difesa dall’avvocato Luca Spizzico, ha provato a difendersi nell’interrogatorio di garanzia, prima rendendo dichiarazioni spontanee, poi rispondendo alle domande della gip.
“Non ricordo nulla, ero sotto choc. Non ho fatto nulla, ma se l’ho fatto è stato per legittima difesa perché lui era furioso per questioni di soldi”, ha affermato. La donna ha raccontato anche aveva incontrato il marito, da cui si stava separando, per “l’ultima lezione di guida”.
Lei infatti, anche se aveva preso la patente, non guidava più da tempo, e lui la stava aiutando a riacquistare dimestichezza con la macchina. Quel giorno la vittima le avrebbe detto che era l’ultima volta che le dava lezioni.
L’accusa, nell’indagine della pm Francesca Gentilini, è omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e in quanto commesso ai danni del coniuge.