Muore in un incidente stradale Mauro Dolci, presidente venditori ambulanti
Pubblicato il 10 Maggio 2021 - 8:18

Muore in un incidente stradale Mauro Dolci, presidente venditori ambulanti. Altro incidente mortale ieri domenica 9 maggio. Dopo quello a Varedo in Brianza in cui ha perso la vita un motociclista di 45 anni, in mattinata uno schianto a San Giovanni Bianco, in provincia di Bergamo.
Lo scontro tra un’auto e una moto è costato la vita a Mauro Dolci, 65 anni. Ora tutta Zogno, paese in cui viveva, e tutta la provincia lo piange. Dolci infatti era dal 2008 presidente a Bergamo della Federazione italiana venditori su area pubblica (Fiva).
La categoria dei venditori ambulanti affiliata a Confcommercio. Stando alle prime informazioni, il 65enne era in sella alla sua Bmw lungo la strada ex 470 quando avrebbe perso il controllo della moto.
E’ andato a schiantarsi, così, contro un’Alfa Romeo che arrivava in quel momento nel verso opposto di marcia. L’impatto è stato terribile. Dolci è balzato fino a 20 metri di distanza impattando violentemente contro l’asfalto.
Inutile l’intervento dei soccorsi: Dolci è andato subito in arresto cardiaco
Subito è scattata la macchina dei soccorsi. Sul posto è intervenuto anche un elisoccorso, ma inutilmente. All’arrivo dei medici le sue condizioni del Dolci sono apparse fin da subito preoccupanti e gravissime.
Dolci è andato in arresto cardiaco ed è morto, purtroppo, pochi minuti dopo l’incidente. In tanti ora lo ricordano per la sua passione per la moto, immancabile compagna dei suoi viaggi con amici e la moglie.
Ma è nel ricordo di molti anche per la passione che metteva nella sua attività di ambulante iniziata con il nonno che vendeva formaggi e salumi. Poi, a sua volta, Mauro Dolci aveva tramandato il suo lavoro al figlio Paolo.
“È un dolore enorme – ha spiegato il figlio all’Eco di Bergamo – Io lavoravo in stretto contatto con lui, almeno 10 ore tutti i giorni. Mio papà era una persona che metteva passione e amore nelle cose.
E la passione l’aveva anche per il lavoro e nell’aspetto sindacale dell’attività, che gli portava via tempo e dava ‘tante racole’, come si dice in gergo, ma ci metteva anima e corpo da ormai tanti anni”.