Muore per overdose sotto la pensilina del bus

Redazione
Muore per overdose sotto la pensilina del bus

Muore per overdose sotto la pensilina del bus. Si è iniettata nelle vene eroina mista a cocaina mentre era seduta sotto una pensilina del bus di via Solferino, a Pesaro. Con lei c’era un giovane che aveva incontrato al parco Miralfiore poco prima.

In pochi minuti, oggi alle 14, una donna di 52 anni, originaria di Napoli, residente a Pesaro da anni, e tossicodipendente da molto tempo, ha avuto un arresto cardiaco ed è morta.

L’amico che era con lei ha chiamato i soccorsi; ma non c’era più nulla da fare. La donna è stata stroncata da un’overdose. Sul posto anche le pattuglie della volante per ricostruire i fatti.

Sembra che la donna abbia acquistato la dose di eroina e cocaina al parco e poi sia arrivata nella panchina della fermata del bus insieme a questo giovane amico conosciuto poco prima. Qui in un attimo, si è iniettata la droga ed è morta.

Soltanto stamattina, un altro tossicodipendente di 50 anni è andato in overdose ed è stato salvato per un soffio. Significa che gira in città della droga tagliata male che provoca overdose. E per la donna di 52 anni non c’è stato scampo.

Giuseppe Pedrazzini Toano, nuovo sopralluogo dei Ris nella casa

Stamattina nuovo sopralluogo dei carabinieri nella casa di Cerrè Marabino di Toano dove viveva Giuseppe Pedrazzini, 77enne il cui corpo senza vita è stato ritrovato in un pozzo vicino all’abitazione il 12 maggio, chiuso con una pesante lastra di ferro.

La Procura accusa il genero Riccardo Guida, la figlia Silvia Pedrazzini e la vedova Marta Ghilardini, sottoposti a misura cautelare per i reati di soppressione di cadavere e truffa, per aver continuato a percepire la pensione dell’anziano anche dopo la morte. Inizialmente erano indagati anche per omicidio e sequestro di persona.

I Ris sono al lavoro per fare fotografie e cercare tracce latenti, biologiche e non solo. Faranno rilievi attraverso scanner laser che riproducono la scena del crimine, mappando in 3D gli ambienti.

In campo anche il Rac, reparto analisi criminologiche, in pratica gli psicologi dell’Arma, al lavoro sui profili dei presunti autori e della vittima. Oltre al comandante del Rac, sul posto anche la sezione rilievi del nucleo investigativo di Reggio Emilia con il comandante del nucleo, maggiore Maurizio Pallante. (fonte ilrestodelcarlino.it)

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