Mutui alle stelle: rata media +12% da ottobre, 3 bonus per tagliare i costi subito
Famiglie italiane sotto pressione: ecco gli aiuti immediati per contenere l’aumento delle rate.
Da ottobre 2025 la rata media dei mutui a tasso variabile aumenterà del 12% rispetto allo stesso mese del 2024, secondo i dati diffusi dall’Associazione Bancaria Italiana. Per una famiglia con un prestito da 150mila euro, questo significa fino a 110 euro in più al mese. In un contesto di inflazione ancora alta e salari fermi, il caro-mutuo diventa un’emergenza sociale. In questa guida analizziamo i dati ufficiali, le cause dell’aumento e le soluzioni concrete disponibili grazie a tre bonus statali e regionali.
L’andamento dei mutui in Italia secondo i dati ufficiali
Secondo l’ABI, l’indice Euribor – che regola gran parte dei mutui variabili in Italia – ha registrato un rialzo costante negli ultimi 12 mesi. A settembre 2025 si è attestato al 3,9%, rispetto al 3,2% dello stesso mese del 2024.
Questo incremento si traduce in un aumento medio del 12% per le rate variabili a partire da ottobre, colpendo circa 2,7 milioni di famiglie italiane, secondo elaborazioni ISTAT su dati ABI.
Le famiglie più esposte sono quelle con mutui accesi dopo il 2015 e senza clausole di protezione. Il fenomeno riguarda soprattutto i giovani under40, che hanno fatto ricorso ai mutui agevolati negli ultimi anni.
Le cause del rialzo dei tassi e l’impatto delle decisioni della BCE
Il rialzo è legato principalmente alla politica monetaria della Banca Centrale Europea (BCE), che negli ultimi due anni ha aumentato i tassi per contrastare l’inflazione.
Sebbene l’inflazione in Italia sia scesa dal 5,9% del 2023 al 3,1% del 2025 (dati ISTAT), i tassi restano alti per consolidare la stabilità.
Un altro fattore è il costo del credito per le banche, cresciuto per l’aumento degli spread e dei requisiti patrimoniali fissati dall’Unione Europea. Questi costi vengono trasferiti ai clienti finali.
Gli strumenti di sostegno: i tre bonus per famiglie e giovani
Il Governo e alcune Regioni hanno attivato strumenti specifici per attenuare l’impatto dei rincari:
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Fondo Gasparrini (sospensione mutui prima casa) → permette alle famiglie in difficoltà di sospendere fino a 18 mesi il pagamento delle rate. Secondo il Ministero dell’Economia, nel 2024 ne hanno beneficiato oltre 70mila nuclei.
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Bonus interessi mutui giovani under36 → prorogato per il 2025, garantisce la detrazione del 50% sugli interessi pagati per chi ha un ISEE sotto i 40mila euro (Agenzia delle Entrate).
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Contributi regionali a fondo perduto → in Lombardia, Emilia-Romagna e Lazio sono attivi bandi che coprono fino al 20% della rata per le famiglie con ISEE basso (fonti: siti istituzionali regionali, settembre 2025).
L’impatto economico sui bilanci familiari
Secondo un rapporto ISTAT 2025, la spesa media per abitazione (mutuo+affitto) incide ormai per il 31% sul reddito disponibile delle famiglie, rispetto al 27% del 2020.
Per le famiglie monoreddito, l’incidenza arriva al 40%, con rischio concreto di esclusione abitativa. Questo spiega l’aumento delle richieste di aiuti ai CAF e ai patronati (+18% nel 2025).
Le associazioni dei consumatori, come Codacons e Adiconsum, chiedono misure più strutturali, come un tetto ai tassi variabili o un ritorno a strumenti di calmierazione come il “tasso soglia sociale”.
Le strategie pratiche per contenere il caro-mutuo
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Verificare il proprio contratto → controllare la presenza di clausole di rinegoziazione o surroga.
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Chiedere la surroga → secondo la Banca d’Italia, nel 2024 oltre 120mila famiglie hanno risparmiato fino al 15% passando da variabile a fisso.
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Accedere ai bonus disponibili → rivolgersi subito a banca e CAF per verificare requisiti e modulistica.
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Valutare un’estensione della durata → aumentare gli anni residui riduce la rata mensile, pur aumentando gli interessi complessivi.
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Monitorare i tassi BCE → in caso di riduzioni nei prossimi trimestri, potrebbe convenire attendere prima di rinegoziare.