Nave crociera affonda in porto Beirut dopo esplosione

Redazione
Nave crociera affonda in porto Beirut dopo esplosione

Nave crociera affonda in porto Beirut dopo esplosione. La nave da crociera ‘Orient Queen’, di proprietà dell’imprenditore libanese Mari Abu Merhi, è affondata nel porto di Beirut dopo essere stata colpita nell’esplosione di ieri e dopo che due membri del suo equipaggio sono stati uccisi e altri sette sono rimasti feriti.

”Sfortunatamente la nave che stava attraccando al porto di Beirut è gravemente danneggiata e tutti gli sforzi per salvarla sono stati vani.

E’ affondata in un giorno nero della storia del Libano”, si legge in una nota diffusa dall’agenzia di stampa libanese Nna.

”Ci mancherà un punto di riferimento del turismo in mare, che ha tenuto alto per decenni il nome del Libano nella mappa del turismo internazionale”, aggiunge la nota.

Abu Merhi ha quindi ricordato i ”due martiri” della nave e tutti coloro che hanno perso la vita nell’esplosione.

Quindi l’appello al governo affinché conduca ”una indagine rapida e trasparente” che possa ”consegnare alla giustizia i responsabili, senza rinvii”.

Beirut, capo maroniti Milano: “Un morto in arcivescovado, sede e chiese distrutte

Anche la comunità cattolica maronita di Beirut conta le proprie vittime e i tanti danni dell’esplosione avvenuta ieri nella zona del porto della capitale, che ha provocato almeno 100 morti.

Lo dice don Assaad Saad, alla guida dei maroniti libanesi di Milano, che da alcuni anni hanno sede nella chiesa di Santa Maria della Sanità di via Durini.

Don Assaad è in contatto telefonico diretto con alcuni connazionali nella capitale libanese e questa mattina ha parlato con l’arcivescovo maronita di Beirut, Paul Abdel Sater.

“È una telefonata emozionante – racconta – entrambi ci siamo commossi. Mi ha spiegato che quello che è successo è indescrivibile, è una vera tragedia. Quello che si vede sui siti e ai telegiornali è solo una parte di quello che si vede lì, dal vivo”.

L’arcivescovado di Beirut dista meno di due chilometri dal porto. “Tutto è stato distrutto, la sede e gli uffici, talmente l’onda è stata forte.

Un dipendente dell’arcivescovado è rimasto ucciso e un monsignore è ferito”. Accanto alla sede maronita c’è l’ospedale di San Giorgio.

Nell’esplosione sono morte quattro infermiere e altre 20 persone tra pazienti e lavoratori, dice ancora Assaad. “Il danno è devastante ed è dappertutto. Anche nel centro storico, rinnovato dopo la guerra. Anche le chiese sono state colpite”.

“Siamo ancora tutti sotto choc, nel pieno della confusione, non riusciamo a percepire la realtà”, prosegue il prete, “ma appena le cose si calmeranno capiremo come agire e come mandare degli aiuti”.

Rialzarsi, per il Libano, non sarà semplice: “Le conseguenze saranno devastanti, il Paese era già in grande difficoltà economica e politica, poi c’è stato il Covid.

Senza contare il milione e mezzo di rifugiati che ospita. Ora siamo proprio persi. Eravamo la ‘Svizzera’ del Medio Oriente, dove si conviveva tra confessioni diverse, e ora stiamo morendo. Spero che il mondo ci aiuti”.

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