Ndrangheta, i carabinieri del Ros arrestano il superboss Rocco Morabito

Redazione
Ndrangheta, i carabinieri del Ros arrestano il superboss Rocco Morabito

Ndrangheta, i carabinieri del Ros arrestano il superboss Rocco Morabito. I carabinieri del Ros, raggruppamento operativo speciale, hanno arrestato in Brasile Rocco Morabito, il superboss della ‘ndrangheta.

Morabito è considerato il numero due dei 10 latitanti più ricercati, solo dopo il boss di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro. Un arresto veramente importante quello che hanno portato a termine le forze dell’ordine.

I carabinieri del Ros erano sulle sue tracce dal 2019, quando Rocco Morabito era riuscito a evadere insieme ad altri tre detenuti dalla terrazza del carcere “Central” di Montevideo, in Uruguay.

Molto probabilmente, grazie anche all’aiuto di membri dei Bellocco residenti tra Buenos Aires e Montevideo. Da allora Rocco Morabito, principale punto di riferimento dei cartelli del narcotraffico, era diventato il numero due tra i latitanti più ricercati.

Secondo solo al capo dei capi di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro. Gli investigatori hanno seguito le sue tracce, come provetti segugi, lungo tutto il Sudamerica, fino a riuscire a catturarlo a San Paolo, dove è stato arrestato insieme a Vincenzo Pasquino.

23 anni di latitanza

Dopo ventitré anni di latitanza, era catturato a Montevideo il 4 settembre 2017 in un’operazione eseguita dalla polizia uruguagia insieme a un esperto per la Sicurezza del Dipartimento della Pubblica Sicurezza di Buenos Aires.

Il soggetto era sotto un mandato d’arresto internazionale emesso dalla Procura di Reggio Calabria. Il 29 marzo 2019 il tribunale di appello in Uruguay ne autorizzò l’estradizione per l’Italia.

Questo è riscontrato grazie alla banca dati dell’Interpol in cui sono incrociati i dati dello SCIP (Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia del Dipartimento della Pubblica Sicurezza) e della polizia brasiliana.

L’evasione è avvenuta il 24 giugno del 2019 insieme ad altri tre detenuti; Leonardo Abel Sinopoli Azcoaga, Matias Sebastián Acosta González e Bruno Ezequiel Díaz; dalla terrazza del carcere “Central” di Montevideo, in Uruguay.

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