“Non ho abusato di quel ragazzo”: don Antonio Zanotti si difende
Il prete, fondatore della comunità di accoglienza per profughi e minori in difficoltà "Oasi 7", è in tribunale a Bergamo

“Non ho abusato di quel ragazzo”: don Antonio Zanotti si difende. Il prete, fondatore della comunità di accoglienza per profughi e minori in difficoltà “Oasi 7”, è in tribunale a Bergamo.
Era legato a lui in maniera ossessiva, accompagnandolo persino nei suoi viaggi. Il giovane insisteva per dormire con il sacerdote, minacciando altrimenti di togliersi la vita.
Secondo quanto raccontato da don Antonio Zanotti, il sacerdote fondatore della comunità di accoglienza “Oasi 7” per profughi e minori in difficoltà ad Antegnate, in provincia di Bergamo, il giovane l’ha anche obbligato a toccarlo in modo inappropriato.
Il prete è accusato di violenza sessuale
Don Zanotti è accusato di violenza sessuale da parte di uno dei ragazzi ospitati nella comunità. Nonostante fosse stato chiamato diverse volte per testimoniare, il giovane non si è mai presentato in tribunale.
Tuttavia, accusa il sacerdote di averlo costretto a prendere Viagra e a intrattenere rapporti sessuali con lui. Al contrario, don Zanotti, interrogato dalla pm Maria Esposito, sostiene che non ci sia mai stato alcun contatto sessuale, neppure una masturbazione.
Ammette di aver toccato il ragazzo per 10-15 secondi, ma afferma di essere stato “costretto” a farlo contro la sua volontà. “Ogni volta che entrava nella mia stanza, si spogliava, non sapevo come reagire“, spiega.
Riguardo al Viagra, afferma che il desiderio di assumerlo venisse dal giovane stesso: “Ha chiesto la terza pastiglia, minacciando di uccidersi se non fosse riuscito ad avere un’erezione. È stato lui a guidare la mia mano“.
Durante le notti trascorse insieme, era il ragazzo a insistere affinché dormissero nella stessa stanza, sempre vestito con gli slip: “Diceva che voleva dormire con me per evitare di uccidersi“.
E anche per quanto riguarda i regali, don Zanotti offre una spiegazione: “Rubava e aveva la tendenza a scappare, chiedendo continuamente denaro.”