Obbligo di vaccinarsi, si fa strada l’ipotesi nel governo Conte

Redazione
Obbligo di vaccinarsi, si fa strada l’ipotesi nel governo Conte

Obbligo di vaccinarsi, si fa strada l’ipotesi nel governo Conte. Ancora non è arrivato, ma il vaccino anti Covid domina il dibattito. A infiammare la polemica l’obbligatorietà o meno dell’antidoto. Dopo proposte di patentitni sanitari, app per monitorare i vaccinati, obblighi caldeggiati da voci autorevoli e smentite istituzionali.

Sul tema si sbilancia anche il Comitato nazionale di bioetica (Cnb).

I super tecnici del premier non usano mezzi termini: “Devono essere fatti tutti gli sforzi per raggiungere e mantenere una copertura vaccinale ottimale. Non escludendo l’obbligatorietà in casi di emergenza. Soprattutto per gruppi professionali maggiormente esposti all’infezione e alla trasmissione della stessa”.

L’obbligo ‘condizionato’ del vaccino e le bacchettate alla politica

Sulla spinosa questione dell’obbligo del vaccino il governo scomoda anche l’organo consultivo dipendente dalla presidenza del Consiglio dei ministri.

Nel parere ‘I vaccini e Covid-19: aspetti etici per la ricerca, il costo e la distribuzione’, pubblicato sul sito del Comitato, i tecnici nel consigliare la politica, non risparimiano anche qualche bacchettata.

Oltre a non escludere l’obbligo del vaccino, il Cnb, però, “auspica che tale obbligo sia revocato qualora non sussista più un pericolo importante per la società. E sia privilegiata e incoraggiata l’adesione spontanea da parte della popolazione”. Insomma, un obbligo condizionato dal persistere o meno dello stato di mergenza.

Ma il report del Comitato dice la sua anche sul nodo distribuzione.

Prescive alla politica “l’imprenscindibilità della riflessione etica” in materia di priorità di diffusione e somministrazione. “Il vaccino deve essere considerato un bene comune, la cui produzione e distribuzione a favore di tutti i Paesi del mondo non sia regolata unicamente dalle leggi di mercato.”

“Questa raccomandazione non deve rimanere un mero auspicio – precisa il Cnb – ma piuttosto un obbligo a cui deve far fronte la politica internazionale degli Stati. Indispensabile che le aziende farmaceutiche riconoscano la propria responsabilità sociale in questa grave condizione pandemica”.

Il ruolo dell’informazione e il monito alle case farmaceutiche

Alternativa all’obbligo ci sarebbe la libera convinzione a farsi il vaccino. Poco praticabile in contesti in cui si cavalca la diffidenza. Perché il vaccino anti-Covid sia accettato dai cittadini, precisa il Cnb, è però indispensabile

“Un’informazione e comunicazione trasparente, chiara, comprensibile. Consistente e coerente, basata su dati scientifici sempre aggiornati” e identificare “le fonti di disinformazione e falsa informazione”.

I tecnici mettono le aziende farmaceutiche con le spalle al muro

I Big della produzione e distribuzione del vaccino devono assumersi “la propria responsabilità sociale in questa grave condizione pandemica”. L’emergenza non giustifica corse in avanti che sacrificano i protocolli di sicurezza nei test clinici sul vaccino.

“Ridurre i tempi della sperimentazione, indispensabili sul piano scientifico, bioetico e biogiuridico, per garantire la qualità e la protezione dei partecipanti” non è ‘eticamente’ accettabile. Parere di super tecnici. Fonte IlGiornale

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