Oltre 500 tonnellate di rifiuti pericolosi nei container del porto di Napoli

Redazione
Oltre 500 tonnellate di rifiuti pericolosi nei container del porto di Napoli

Oltre 500 tonnellate di rifiuti speciali e pericolosi all’interno del porto di Napoli, tenuti in container in un’area in concessione ad una società che fa capo ad un 68enne di Pozzuoli, ora indagato dalla Guardia di Finanza di Napoli.

Le tonnellate di rifiuti ed i relativi container dove erano stoccati irregolarmente sono stati sequestrati dalle Fiamme Gialle: l’uomo deve ora rispondere delle attività di gestione, deposito e stoccaggio di rifiuti senza le previste autorizzazioni.

I rifiuti, ammassati in cinque container diversi, erano di vario tipo: oltre a materiali ferrosi e in legno, vi erano infatti anche lattine di vernice ancora piene ma anche una betoniera, una gru mobile per sollevamento, due automezzi interi e numerosi motori per camion.

Ma non solo: nei cassoni e negli autocarri ammassati nei cointainer, a loro volta, erano infatti nascosti pneumatici usati, altro materiale ferroso, tegole e scarti di lavorazione di varia natura.

Rifiuti speciali, dunque, alcuni dei quali classificati come pericolosi. L’area, di 500 metri quadri circa, era in concessione demaniale ad una società che fa capo ad un 68enne di Pozzuoli, ora indagato a piede libero per vari reati.

Tra cui attività di gestione, deposito e stoccaggio di rifiuti senza le previste autorizzazioni e segnalato all’autorità giudiziaria competente.

Duplice omicidio di Alessandro e Luigi, trovati i resti

Il mistero lungo oltre sei anni potrebbe essere ad un passo dalla soluzione.  Quei resti umani trovati in una sorta di pozzo all’interno di una villa in contrada Tivoli, a dieci chilometri da Siracusa potrebbero appartenere a due badanti campani, della provincia di Caserta.

Scomparsi nel nulla

Si tratta di Alessandro Sabatino, 40 anni e a Luigi Cerreto, 23 anni, rispettivamente di San Marcellino e San Marco Evangelista, in provincia di Caserta, scomparsi nel nulla il 12 maggio del 2014 e mai più ritrovati.

Sabatino e Cerreto si erano trasferiti in Sicilia dove avevano trovato lavoro come badanti a casa di un anziano. Gli agenti della squadra mobile e della polizia scientifica della questura di Siracusa,  da due giorni si trovano nella villa di Giampiero Riccioli, figlio dell’anziano che i due casertani assistevano.

L’uomo risulta indagato per il duplice omicidio. I poliziotti, con la strumentazione georadar, hanno trovato quello che sembra un sacco, forse un lenzuolo. Questo panno e avvolge una busta di plastica e degli indumenti.

Le indagini della squadra mobile

Il materiale raccolto, ora verrà inviato ’ inviato nei laboratori per l’analisi tramite tac e poi al microscopio. L’esame del Dna dirà con certezza , se si tratti dei resti dei due badanti o di uno di loro.

Gli agenti, guidati dal dirigente della squadra mobile Gabriele Presti,  hanno prima setacciato un terreno vicino alla villa. Poi si sono spostati nella villa dove i due vivevano con l’anziano. Anche il medico legale ha visionato il materiale ritrovato.

La Procura di Siracusa aveva ricostruito gli ultimi movimenti di quella giornata in cui si persero le tracce dei badanti. La procura aveva avanzato come unica ipotesi che Alessandro e Luigi fossero stati uccisi e i loro corpi gettati in un pozzo.

Nell’ ottobre 2020 la Procura Generale di Catania ha avocato a se l’indagine. Dopo la seconda opposizione alla richiesta di archiviazione presentata dal legale dei familiari.

Secondo le ipotesi investigative ci sarebbero stati forti dissapori tra i due e il loro datore di lavoro. I casertani avrebbero discusso più volte con Riccioli Perchè avrebbero notato vari maltrattamenti nei confronti dell’anziano.

  •  

Redazione

La redazione de L'inserto, articoli su cronaca, economia e gossip

Modifica le impostazioni GPDR