Omicidio Aurora: “Non abbiamo picchiato Aurora!”. Si difendono così i genitori. Lei è di nuovo incinta

Redazione
Omicidio Aurora: “Non abbiamo picchiato Aurora!”. Si difendono così i genitori. Lei è di nuovo incinta

Omicidio Aurora: “Non abbiamo picchiato Aurora!”. Si difendono così i genitori. Lei è di nuovo incinta. L’avvocato Davide Pascarella che difende la madre di Aurora, ha presentato istanza di sostituzione della misura cautelare per Anna Gammella.

Ha chiesto che sia posta ai domiciliari invece che la custodia dietro le sbarre della cella del carcere. E’ risultato infatti che la donna è incinta. L’inizio della gravidanza risale a circa un mese fa, quindi alla metà di ottobre, un mese e mezzo dopo il decesso della neonata.

La difesa: incidente domestico

Non si sarebbe verificato nessun colpo volontario sulla bimba, tantomeno alla testa, ma un incidente domestico di cui probabilmente non avevano compreso la gravità.

Si sono difesi così Emanuele Savino e Anna Gammella, i genitori di Aurora, la neonata di 45 giorni deceduta il 2 settembre a Santa Maria a Vico, in provincia di Caserta.

I due sono accusati di omicidio. Secondo l’accusa avrebbero lasciato morire la piccola e la lesione al cranio riscontrata sul corpo sarebbe la conseguenza di un pugno inferto una settimana prima del decesso.

La difesa dei genitori: “Non abbiamo picchiato Aurora”

I due, detenuti nel carcere femminile di Pozzuoli e in quello di Santa Maria Capua Vetere, sono stati ascoltati ieri per l’interrogatorio di garanzia. Quello di Anna Gammella è durato un’ora.

Mezz’ora in più quello del compagno, Emanuele Savino, difeso dall’avvocato Carlo Perrotta. La posizione più grave è quella dell’uomo. Per l’accusa partito da lui il colpo che si sarebbe rivelato determinante per la morte della piccola, insieme alle mancate cure e a una polmonite.

La coppia, alla quale nelle prime fasi delle indagini sono stati tolti gli altri due figli, affidati ad una casa famiglia con la supervisione di un assistente sociale, ha risposto alle domande del pm ricostruendo il giorno del decesso e quelli antecedenti e successivi.

Alle domande sulla lesione alla testa, che secondo l’accusa avrebbero cercato di “curare” con dello strutto per fare soprattutto in modo che altre persone non la notassero, hanno spiegato che non c’era violenza.

Ma che si era trattato di un incidente domestico. Si attende ora la decisione del giudice. In caso di conferma della misura cautelare, la difesa valuterà il ricorso al Riesame.

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