Omicidio Ballestri racconto choc: “Le ha fatto ingoiare gli incisivi”

Redazione
Omicidio Ballestri racconto choc: “Le ha fatto ingoiare gli incisivi”

Omicidio Ballestri racconto choc: “Le ha fatto ingoiare gli incisivi”. Atto di grande crudeltà.

I fatti in sentenza

Accanto al cadavere c’era uno degli incisivi di Giulia. L’altro era conficcato nella gola della donna, segno che lo aveva perso quando era ancora cosciente e capace di deglutire. È solo uno dei passaggi delle 188 pagine delle sentenza con cui la Corte d’Assise d’Appello di Bologna ha condannato all’ergastolo il dermatologo Matteo Cagnoni, per l’omicidio della moglie Giulia Ballestri nel 2016. 

I dettagli

La sentenza, ha fotografato alcune delle scene più brutali del massacro di via Padre Genocchi. Infatti, Giulia è stata assassinata dopo essere stata denudata dal marito. Si deve precisare che, però, la vittima non è stata spogliata completamente. Aveva ancora addosso il reggiseno, perché una trappola per topi le si era incollata sulla schiena, tanto da impedire al marito di toglierlo.

Giulia Ballestri: cosa è emerso dall’autopsia

La Ballestri, 42 anni, madre di due figli, era seduta in poltrona intenta a osservare quadri accatastati nella villa disabitata, quando Matteo Cagnoni l’ha colpita con estrema violenza con un bastone. Credeva che fosse morta e per questo l’ha trascinata per i piedi facendole sbattere la testa gradino dopo gradino.

La storia di Matteo Cagnoni e la villa di famiglia

I fatti risalgono al 16 settembre del 2016, quando Giulia è uscita per l’ultima volta di casa con il marito Matteo Cagnoni. I due, che vivevano da separati in casa in attesa della formalizzazione del divorzio, hanno fatto colazione insieme, per poi ritrovarsi con Giulia nella villa disabitata dei nonni dove avrebbero dovuto valutare insieme alcuni quadri, da rivendere per la divisione dei beni.  È lì che quella stessa mattina Cagnoni ha aggredito la moglie con uno dei pezzi di legna tagliati dal giardino e conservati in casa.

Il Cagnoni dopo l’assasinio

Dopo il delitto Cagnoni si è ricomposto ed è ritornato alle sue attività. In particolare, è andato a prelevare i figli per portarli nella casa del padre a Firenze, lasciando detto alla domestica che da allora avrebbe dovuto fare riferimento a lui e non a Giulia. Rintracciato quando il corpo di Giulia è stato ritrovato, due giorni dopo, Cagnoni ha tentato la fuga per poi tentare di accreditare la tesi, poi diventata la sua strategia al processo, per cui a uccidere Giulia sarebbe stato un ladro entrato nella villa per rubare.

Matteo Cagnoni, la complessa personalità di un medico narcisista

Movente del delitto, come riconosciuto da due sentenze, era quella ferita nell’ego inferta dalla scelta di Giulia di rifarsi una vita con Stefano Bezzi, il nuovo compagno. Cagnoni, infatti, aveva fatto seguire la moglie da un detective per accertare se avesse violato il veto di non vedere l’amante fino alla ufficializzazione della separazione, e quando ebbe scoperto che la donna non aveva interrotto la relazione, lo aveva liquidato. Nello stesso periodo il dermatologo aveva imposto alla moglie di avere rapporti sessuali contro la sua volontà e di vivere la relazione come marito e moglie. Secondo i giudici Cagnoni manifesterebbe una “personalità complessa, autoreferenziale, acritica, che vede il sé al centro dell’universo, con irrilevanza di tutti gli altri”.

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