Omicidio Francesca Romeo, convocato il marito Antonio Napoli

Redazione
Omicidio Francesca Romeo, convocato il marito Antonio Napoli

Omicidio Francesca Romeo, convocato il marito Antonio Napoli. Proseguono le indagini della Polizia di Stato per capire il contesto dell’agguato e dare un nome a chi ha sparato alla dottoressa Francesca Romeo, la guardia medica di 67 anni morta sabato mattina, 18 novembre, in provincia di Reggio Calabria.

La donna è uccisa con un colpo di fucile sparato frontalmente sulla vettura con cui stava viaggiando per rientrare a casa con il marito Antonio Napoli alla guida, rimasto lievemente ferito.

“Oggi in Procura a Palmi è previsto un primo confronto tra i pm e gli investigatori della squadra mobile che stanno indagando sull’agguato, definito “strano”.

Nelle prossime ore potrebbe essere risentito il marito della donna. I rilievi sul luogo del delitto conclusi ieri, non lasciano dubbi sulla dinamica dell’attentato. Il killer ha utilizzato un fucile sovrapposto caricato con due cartucce, una palla unica e una a pallettoni.

Il primo colpo è sparato frontalmente, non ha centrato i bersagli, ha infranto il parabrezza e si è conficcato nel cofano dell’auto. Più angolato, invece, il secondo colpo che ha distrutto un finestrino colpendo mortalmente la donna e ferendo il marito a un braccio mentre l’auto ha proseguito la sua corsa per circa 800 metri. Quando il mezzo si è fermato, inoltre, aveva l’airbag esploso.

Il colloquio con Antonio Napoli

Dai primi due colloqui tra Antonio Napoli e gli investigatori non sono emersi elementi utili alle indagini. Sembra che l’uomo addirittura non abbia visto nessuno puntare l’arma contro l’auto ma abbia solo sentito i colpi di fucile per poi accorgersi, una volta fermato il mezzo, che la moglie era in fin di vita.

Anche sul possibile movente il medico, psichiatra dipendente dell’Asp di Reggio Calabria, non è particolarmente preciso. Stando a quanto trapela, infatti, pare che non sia stato in grado di indicare ipotetiche ragioni che abbiano scatenato il delitto.

Con ogni probabilità, il medico psichiatra dipendente dell’Asp ieri era ancora sotto choc ma a distanza di qualche ora potrebbe aver focalizzato altri particolari che per gli inquirenti potrebbero rivelarsi fondamentali quantomeno per capire il contesto in cui è maturato l’agguato.

Coordinati dal procuratore di Palmi, Emanuele Crescenti, dall’aggiunto Santo Melidona e dal pm Elio Romano, al momento gli uomini della squadra mobile non escludono nessuna pista.

Se da una parte, gli investigatori stanno vagliando la vita privata dei due coniugi, se gli stessi abbiano avuto qualche problema di vicinato legato magari a terreni di famiglia nella zona di Seminara dove sono residenti.

Collegamenti con ilo delitto

C’è pure un filone delle indagini che mira a chiarire se l’attività professionale della vittima possa in qualche modo essere collegata al delitto.

Anche se non ci sono elementi a riscontro, infatti, non si esclude che la dottoressa Romeo, negli ultimi giorni, abbia ricevuto da qualcuno una proposta illecita nell’ambito del suo lavoro e si sia rifiutata.

Le ipotesi sono ancora tutte in piedi e la sensazione è che le prossime ore potranno chiarire la direzione che prenderanno le indagini.

Cisl medici: “La sicurezza per la professione”

“Sono ore di sconforto e smarrimento per l’ennesimo fatto di sangue. Ma sono anche ore in cui nuovamente e prepotentemente si contrasta la violenza in tutte le sue forme e si chiede a gran voce che i medici possano esercitare in sicurezza la propria professione”.

Lo afferma il segretario generale della Cisl medici, Benedetto Magliozzi, all’indomani dell’agguato alla dottoressa Francesca Romeo. “Un nuovo fatto di sangue ha violentemente investito la Sanità strappando la vita a Francesca Romeo, guardia medica in servizio presso Santa Cristina d’Aspromonte, e ferendo suo marito, psichiatra.

Pur non sapendo ancora se questo efferato attacco, un agguato a mano armata in piena regola, sia collegabile all’esercizio della sua professione – afferma Magliozzi in una nota – ci risulta impossibile non pensare chela dottoressa stesse tornando a casa al termine del suo turno di lavoro.

E questo ci porta immediatamente a ricordare un anno tragico in termini di aggressioni ai sanitari, di attacchi di violenza verbale e fisica esplosa nelle sale dei pronto soccorso, nei reparti degli ospedali e negli studi medici. Attacchi di ira, escalation di rabbia, agguati premeditati”.

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