Omicidio Giuseppe Canale, in appello sette imputati condannati a 30 anni
Omicidio Giuseppe Canale, in appello sette imputati condannati a 30 anni. Sette imputati condannati a 30 anni di carcere per l’omicidio di Giuseppe Canale; un delitto di ‘ndrangheta consumato a Reggio Calabria, nella frazione di Gallico, il 12 agosto 2011.
Lo ha deciso la Corte d’Assise d’Appello che ha confermato l’impianto accusatorio della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria.
E ha condannato i sette imputati che, in primo grado, avevano rimediato l’ergastolo.
Si tratta di Domenico Marcianò, Giuseppe Germanò, Sergio Iannò, Filippo Giordano detto “Scaramacai”, Cristian Loielo, Salvatore Callea e Antonino Crupi.
Quest’ultimo è il genero del boss Mimmo Chirico ucciso nel settembre del 2010 in un agguato che è stato vendicato dalle cosche di Gallico proprio con l’omicidio Canale.
Il presidente della Corte d’assise d’appello, Roberto Lucisano, ha giudicato colpevoli anche i due pentiti Diego Zappia e Nicola Figliuzzi, condannati rispettivamente a 10 anni di carcere e a 10 anni e 8 mesi di reclusione.
A sparare, stando all’impianto accusatorio, sarebbero stato proprio quest’ultimo assieme all’altro killer Cristian Loielo.
Entrambi, originari del vibonese, erano assoldati dalla ‘ndrangheta reggina attraverso Salvatore Callea; una sorta di broker dei sicari disposti a sparare per poche migliaia di euro.
Seicento euro subito e il resto a rate per un totale di 10mila euro.
Stando, poi, all’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo e dal sostituto della Dda Sara Amerio, era questa la tariffa per uccidere Giuseppe Canale che dagli imputati sarebbe ritenuto responsabile dell’agguato al boss Mimmo Chirico.