Omicidio Luana, 34enne confessa: “L’ho gettata in un pozzo!”

Redazione
Omicidio Luana, 34enne confessa: “L’ho gettata in un pozzo!”

Omicidio Luana, 34enne confessa: “L’ho gettata in un pozzo!”. Il legale: “Voleva lasciasse moglie e figli, lui ha perso la testa”. “È stato fermato perché indiziato dell’omicidio di Luana, pare che lui abbia perso il controllo dopo aver assunto stupefacenti assieme a lei perché lo pressava in maniera forte perché lasciasse l’attuale compagna e i figli e andasse a vivere con lei.

Lui ha perso il controllo e l’ha uccisa e dopo ne ha occultato il cadavere in una vasca settica dietro casa sua”.

Sarebbero questi i motivi dietro l’omicidio di Luana Rainone, la donna originaria di Sarno, scomparsa il 23 luglio scorso, dopo essere uscita di casa.

A raccontarlo ai microfoni di Telenuova è l’avvocato Luigi Senatore, che difende il presunto responsabile, un uomo di 34 anni residente a San Valentino Torio.

Avrebbe avuto un relazione con Luana, ha confessato l’omicidio, ed è stato fermato questa mattina dai carabinieri.

“Il corpo di Luana gettato in una fossa biologica”

Il cadavere di Luana è ritrovato solo stamattina, dopo lunghe indagini dei carabinieri, in una fossa biologica in via Fontanelle a Poggiomarino, riconosciuto tramite un tatuaggio.

Sul corpo c’erano anche ferite compatibili con l’accoltellamento. Luana era sposata e madre di una bimba. Era scomparsa il 23 luglio dopo le ore 14.

Era uscita di casa e nessuno l’aveva più vista, fino a stamattina. Le indagini dei carabinieri si sono concentrate sugli ultimi spostamenti e sui contatti familiari di Luana e hanno utilizzato anche numerose intercettazioni telefoniche.

L’avvocato: “Il 34enne ha confessato”

“L’uomo – spiega l’avvocato Senatore – è accusato di omicidio volontario e occultamento di cadavere.

Ha confessato confermando quanto già dichiarato spontaneamente ai carabinieri, accompagnando le forze dell’ordine sul luogo dove era stato occultato il cadavere.

Sono arrivati a lui dopo indagini mirate e lui è crollato e ha dovuto ammettere il delitto.

Il ragazzo aveva avuto già problemi con la giustizia, ma non molto gravi. Eravamo in attesa della fissazione dell’udienza al tribunale di sorveglianza per essere ammessi a misura alternativa.

Per questo motivo lui si dava da fare dal punto di vista lavorativo, per fare svariati lavori come muratore e bracciante agricolo, solo che evidentemente è abbastanza perseguitato dalla vita, non ha avuto fortuna”.

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