Omicidio nel Foggiano: indagini coinvolgono bimbo di 7 anni

Redazione
Omicidio nel Foggiano: indagini coinvolgono bimbo di 7 anni

Omicidio nel Foggiano: indagini coinvolgono bimbo di 7 anni. Un bambino di 7 anni è coinvolto – non è specificato ancora a quale titolo – nelle indagini sull’omicidio del 38enne pregiudicato di Manfredonia.

E’ stato ucciso ieri ieri sera, come riportiamo sotto, a coltellate in circostanze poco chiare nelle campagne nel Foggiano. Attualmente il minore, non imputabile, è ricoverato all’ospedale di Foggia per lesioni ai denti.

Il bambino è il figlio della compagna della vittima e sarà ascoltato nelle prossime ore. La donna è interrogata dai carabinieri per tutta la notte. La vittima rimase coinvolta nell’operazione ‘Romanzo Criminale’ del 2013; con cui la polizia arrestò una banda che nel 2012 mise a segno diversi omicidi.

38enne ucciso a coltellate nelle campagne del Foggiano

Un uomo di 38 anni è morto questa sera dopo essere accoltellato al capo. L’omicidio è avvenuto in un podere in località Macchia Rotondo nelle campagne di Manfredonia (Foggia).

L’uomo, Mario Renzulli, è accompagnato all’ospedale di Foggia dal padre dove ed è morto poco dopo il ricovero. Sul posto stanno operando i carabinieri che stanno cercando di ricostruire la vicenda. Non si esclude che l’omicidio possa essere maturato in ambito familiare.

A 12 anni con emorragia cerebrale e Covid, salvato a Bari

Ha rischiato la vita a 12 anni per una caduta in un parco pubblico. Poi al trauma da caduta con emorragia all’interno del cranio, si è sommata la positività al Covid19, riscontrata attraverso il tampone molecolare effettuato in ospedale, al pediatrico Giovanni XXIII di Bari.

Dopo oltre 15 giorni in terapia intensiva, il piccolo paziente è ormai fuori pericolo ed è trasferito nel reparto di malattie infettive per il prosieguo delle cure. “Il paziente ha avuto subito bisogno di ventilazione meccanica.

Non solo anche del monitoraggio neurologico con protezione cerebrale in quanto, dopo la valutazione neurochirurgica, non è indicata la strada dell’intervento”, spiega il dottore Leonardo Milella, direttore dell’unità operativa di anestesia e rianimazione.

Nei giorni seguenti c’è un peggioramento della polmonite bilaterale e del quadro neurologico. “L’utilizzo dell’eparina a dosaggi elevati – aggiunge Milella – era molto rischioso per la presenza di emorragia subdurale.

Abbiamo praticato questo trattamento in modo estremamente cautelativo, con una ventilazione meccanica dedicata e un monitoraggio giornaliero di Tac e risonanza magnetica. In cinque giorni c’è un miglioramento sostanziale della sofferenza cerebrale e neurologica.

Il paziente è estubato e sottoposto per altri cinque giorni a ventilazione non invasiva. È un grande lavoro di squadra coordinato da professionalità mediche diverse – conclude Milella – ma voglio ringraziare in particolare gli infermieri che nelle ore più drammatiche hanno assistito alla corretta ventilazione del bambino anche di notte”. 

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