Ornella Muti ha compiuto ieri 70 anni: diva di ferro e di velluto

Ieri Francesca Romana Rivelli, meglio conosciuta come Ornella Muti, ha celebrato un compleanno significativo.

Redazione
Ornella Muti ha compiuto ieri 70 anni: diva di ferro e di velluto

Ornella Muti ha compiuto ieri 70 anni: diva di ferro e di velluto. Ieri Francesca Romana Rivelli, meglio conosciuta come Ornella Muti, ha celebrato un compleanno significativo.

Nata a Roma il 9 marzo 1955, ha inconsapevolmente anticipato di un giorno la festa che sarebbe diventata simbolica per lei: la giornata internazionale della donna. Ornella è spesso vista come un sogno ad occhi aperti per molti uomini, ma la sua determinazione, il silenzio eloquente, l’impegno e la professionalità hanno segnato una femminilità che ha conquistato una dignità libera da stereotipi.

Negli anni ’70, Ornella Muti è stata protagonista di un nuovo ciclo di giovani dive, insieme a Eleonora Giorgi, Agostina Belli e poi Laura Antonelli. Tuttavia, è una delle poche attrici italiane con un riconoscimento internazionale autentico, scelta da registi di rilievo come Vicente Aranda, Georges Lautner, Volker Schlöndorff, Anthony Hickox, Mike Figgis e Peter Greenaway.

Anche in Italia, ha collaborato con registi di grande talento, tra cui Damiano Damiani, Mario Monicelli, Dino Risi, Marco Ferreri, Carlo Verdone, Ettore Scola, Francesca Archibugi e Citto Maselli.

Nel pantheon delle attrici leggendarie

Nel pantheon delle attrici leggendarie, solo Lauren Bacall può vantare una chioma paragonabile a quella di Ornella; gli zigomi pronunciati riflettono le sue origini estoni e russe dalla parte materna (sua madre era la scultrice Ilse Renate Krause).

Gli occhi azzurri, spesso socchiusi, celano un’ironia sottile, mentre le labbra perfette e il sorriso radioso fanno di lei una presenza fotogenica che si impone fin dal primo provino.

Negli anni ’60, mentre la sorella maggiore Claudia iniziava la carriera nei fotoromanzi con Franco Gasparri, la quattordicenne Francesca Romana, rimasta orfana di padre, si presentava al provino per Damiano Damiani.

Il regista la scelse tra migliaia di aspiranti per il ruolo di Franca Viola, pioniera del femminismo per aver rifiutato un matrimonio riparatore nella Sicilia mafiosa rurale di quei tempi. Quattro anni prima, l’evento aveva destato grande attenzione, e il film del 1969 «La moglie più bella» si colloca tra le opere più rappresentative del cinema impegnato degli anni ’60.

Damiani le dà il nome d’arte

Durante le riprese, Damiani le assegna il nome d’arte, ispirato da due figure letterarie dannunziane, che le resterà per sempre. La bellezza di Ornella incanta Cinecittà: sebbene riservata lontano dalla camera, sullo schermo emana un carisma irresistibile, facendo innamorare registi e cineasti.

Inizia la sua carriera lavorando sia in Italia, con Umberto Lenzi, sia in Spagna, dove crea il personaggio della giovane peccatrice seducente e dove rimane incinta di Naike, sua splendida figlia il cui padre resta un mistero.

Tornata a Roma in attesa della nascita, viene scelta da Mario Monicelli per il ruolo di Vincenzina in «Romanzo popolare» del 1974. Tra l’amore del sindacalista Ugo Tognazzi e del poliziotto Michele Placido, la sua interpretazione, insieme alla canzone di Enzo Jannacci «Vincenzina e la fabbrica», la consacra come figura di spicco del cinema dell’epoca, nonostante fosse doppiata.

Nello stesso anno affascina anche in «Appassionata» di Gianluigi Calderone, collaborando con Eleonora Giorgi, con cui condivide un sodalizio artistico e una duratura amicizia. Nel 1975 sposa Alessio Orano, conosciuto durante il suo debutto in «La moglie più bella».

Il flirt con Adriano Celentano

Professionalmente è un periodo di grande successi per la Muti, che si cimenta in opere di spessore sotto la direzione di Georges Lautner, Dino Risi e Marco Ferreri. Sul set collabora con importanti attori come Gassman, Tognazzi, Depardieu, tuttavia è Adriano Celentano, incontrato nel 1980 durante «Il bisbetico domato», a conquistarla particolarmente, con un flirt rivelato solo dopo molti anni.

Celentano le apre anche le porte di una nuova fase della carriera, mostrante il suo sorprendente talento comico, mentre approda a Hollywood, cercata da Dino De Laurentiis per il film «Flash Gordon» nello stesso anno. Versatile e piena di sorprese, Ornella passa da successi con Celentano e Pozzetto agli eleganti scenari di «Un amore di Swann», ritrova Ferreri per «Il futuro è donna» (1984), collabora due volte con Francesco Nuti, appare in «Il viaggio di Capitan Fracassa» di Scola accanto a Massimo Troisi e affianca Carlo Verdone sullo schermo.

Intanto conquista le copertine di rinomate riviste come Time e Class, mentre la sua vita privata turbolenta include un secondo matrimonio con Federico Facchinetti, due figli (Carolina e Andrea), una complicata vicenda giudiziaria dopo l’arresto del marito per bancarotta e un temporaneo ritiro dalle scene.

Torna nel 1999 con “Panni sporchi” di Monicelli, ma successivamente predilige sempre più spesso registe al femminile come Francesca Archibugi, Eleonora Giorgi (al suo esordio dietro la macchina da presa) e Asia Argento. Compare anche in televisione con la serie “Sirene” e calca il palco dell’Ariston per il festival di Amadeus nel 2022.

Per il resto, conduce una vita riservata, si dichiara buddista e ha nella figlia Naike e nella costumista Nicoletta Ercole le sue più care amicizie. Ornella Muti non ha mai rinunciato alla sua immagine seducente, ma col tempo si è imposta come un’icona del suo periodo.

Esaminando la sua filmografia, si nota come abbia lasciato il segno nel cinema dei grandi maestri, con la sua voce roca, il sorriso malinconico e quel suo sguardo splendente che illumina lo schermo, rendendola ogni volta straordinariamente unica, eternamente giovane.

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