Ornella Vanoni si racconta al Salone del Libro di Torino
"La morte si avvicina per chi ha un'età come la mia": così ha detto, aggiungendo che non sa se arriva al prossimo Natale. Gino Paoli il suo grande amore

Ornella Vanoni si racconta al Salone del Libro di Torino. “La morte si avvicina per chi ha un’età come la mia”: così ha detto, aggiungendo che non sa se arriva al prossimo Natale. Gino Paoli il suo grande amore.
Chi è Ornella Vanoni oggi? Al “Corriere della Sera”, la cantante descrive sé stessa in termini vivaci: «Sono una donna in fiamme, fragile e tenera, protetta dietro un velo di nervosismo, un elegante distacco e un tocco di sarcasmo.
Disperata ma felice, sola e acclamata, rabbiosa e delicata, egoista ma disposta ad aiutare un amico in piena notte, se serve». Questo è il suo autoritratto in “Vincente o perdente”, il libro scritto in collaborazione con Pacifico, con una personalità dalle mille sfumature.
Giorgio Strehler non la vedeva sul palcoscenico, forse con ragione poiché «quando mi disse che non ce l’avrei fatta per via della mia fragilità, io ho reagito. Lo faceva per stimolarmi, ma in parte lo pensava davvero. Ho lottato contro la mia timidezza e contro quella mia natura riservata».
Ornella si è spesso sottovalutata
«Vivevo in una bolla di semi-infelicità, tra collegi in Francia e Inghilterra, e con una cicatrice sotto il collo che mi vergognavo—una cicatrice causata dalla tisi. Poi, in America, mi rivolsi a un chirurgo plastico per rimuoverla».
La sua pelle porta il tatuaggio della “S” di Solitudine. «Mi sono sempre sentita sola, fin da bambina. Mi mancava qualcosa, la sensazione che nulla potesse veramente proteggermi».
Ha affrontato la depressione: «Anche mio padre ne soffriva, forse è ereditaria. Mi è capitato più volte di attraversare quella foresta oscura, così gravemente da dovermi ricoverare e prendere psicofarmaci. Non bisogna mai abbandonarli se li si utilizza per gestire la depressione».
Il primo incontro con Giorgio Strehler? A Santa Margherita, all’età di circa 19-20 anni. «Non sapevo chi fosse, solo che era l’amante di un’amica di mia madre. Forse mi amò da subito».
Nel libro, descrive il periodo con Strehler come “una vita smisurata“. «Se c’era da esplorare l’erotismo, mi fidavo di lui. Droghe o altri modi di alterare la realtà—mi affiancavo. Chi ami non lo abbandoni mai, esplori totalmente l’altra persona, in un periodo storico dove ogni tabù era sotto attacco».
Gino Paoli il suo grande amore
«Se l’amore si misura tramite sofferenza e mancanza, il mio grande amore è stato Gino». Tuttavia, «ci siamo separati sulla decisione di avere un figlio. Per lui era importante; io avevo già un figlio da crescere».
Il maggiore rimpianto personale? «Non essere stata presente quanto avrei voluto per mio figlio Cristiano, nato dalla relazione con l’impresario Lucio Ardenzi. Ha sempre pensato di essere ignorato dai genitori».
Ancora oggi non ha smesso di dedicarsi al canto e alla televisione. «Fabio Fazio è un professionista competente e una persona rispettabile. Alcuni non lo apprezzano, descrivendolo quasi come un ecclesiastico.
Ma non è un difetto suo; voglio dire… può darsi che abbia quell’aria… Tuttavia, il suo è l’unico programma privo di litigi, e ospita sempre figure di grande spessore.
A un certo punto ho deciso che volevo fare televisione e l’ho contattato. Mi diverto molto con lui, riesce a farmi apparire autentica.» Quanto al suo destino, sarà il Paradiso o l’Inferno? «Le ragazze perbene vanno in paradiso, quelle audaci possono andare ovunque.»