Padre poliziotto ammazza il figlio 24enne

Redazione
Padre poliziotto ammazza il figlio 24enne

Padre poliziotto ammazza il figlio 24enne. L’uomo ha sparato al 24enne e poi ha cercato di fuggire, è stato fermato dai carabinieri mentre stava prendendo un autobus. Lo riporta il sito palermo.repubblica.it

Poco dopo le 11, un ragazzo di 24 anni, Gabriele Rampello, è stato freddato in pieno centro, a Raffadali, provincia di Agrigento. Le telecamere di sorveglianza del Comune hanno ripreso la scena, in piazza Progresso. Un colpo alla testa e altri al torace. I carabinieri si sono messi subito sulle tracce dell’assassino.

E pochi minuti dopo è arrivata una drammatica svolta. L’uomo fermato per l’omicidio è il padre del giovane, un poliziotto in servizio al Reparto Mobile di Catania. Era seduto sotto una pensilina, in attesa di un autobus. Nello zaino aveva la pistola d’ordinanza.

Adesso, le indagini dei carabinieri, coordinate dal procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio, stanno cercando di ricostruire il movente dell’insano quanto incredibile ed estremo gesto.

Un altro dramma familiare

Un altro dramma familiare, a pochi giorni di distanza dalla strage di Licata, un fratello che uccide l’altro, e poi scaglia il suo odio anche nei confronti della cognata e dei nipoti.

L’uomo fermato dai carabinieri a Raffadali ha già confessato. Ha raccontato delle continue liti con il figlio. Stamattina, l’ultima discussione e poi il drammatico epilogo. Adesso, il poliziotto è in stato di fermo.

Dice il procuratore Patronaggio: “I recenti episodi di tragica ed inaudita violenza avvenuti in questi giorni in provincia di Agrigento hanno evidenziato malesseri profondi all’interno della società e delle famiglie.

Acuiti dal grave isolamento provocato dalla pandemia e non adeguatamente contenuti da un sistema socio-sanitario-assistenziale non sempre pronto ad erogare idonei servizi alla collettività.

Troppo spesso quelli che vengono definiti gesti di follia – prosegue il procuratore capo – sono il portato di conflitti sociali e familiari che il ‘sistema’, inteso in senso ampio e non escluso quello giudiziario, non è stato in grado di adeguatamente e legittimamente arginare e contenere”.

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