Palermo, stalking, lesioni aggravate, prostituzione: arrestate due donne
Palermo, stalking, lesioni aggravate, prostituzione: arrestate due donne. La Polizia arresta due donne straniere responsabili dei reati di stalking, lesioni aggravate, induzione e favoreggiamento della prostituzione ai danni di una giovane connazionale.
Lo scorso mese di gennaio, dopo diversi episodi di violenza fisica e psicologica, una ragazza straniera, in preda a forte paura, ha deciso di rivolgersi alle Forze dell’Ordine; in cerca di un aiuto che ponesse termine alle sue sofferenze.
Grazie alle sue coraggiose dichiarazioni, le indagini hanno consentito di far luce sull’accaduto, risalendo ai motivi dell’aggressione e delle gravi minacce subite.
I fatti
Agli investigatori la ragazza ha raccontato infatti che un giorno, in piazza XIII Vittime, era stata avvicinata dalle due sorelle, che ben conosceva.
Costoro, dopo averle chiesto di andare con loro in un luogo appartato per chiarirsi su alcuni fatti, l’avevano aggredita con violenti e ripetuti colpi inferti in varie parti del corpo; e che le avevano provocato numerose ferite.
Utilizzando un coccio di bottiglia in vetro, in particolare, l’avevano colpita sul viso in modo da causarle una lesione che compromettesse la sua possibilità di lavorare.
Non soddisfatte, dopo l’aggressione, l’avevano altresì minacciata di sfregiarle il viso con l’acido se l’avessero ancora vista prostituirsi in piazza XIII Vittime.
La ragazza aveva quindi temuto talmente per la propria incolumità da decidere di rimanere chiusa in casa e di non raccontare nulla.
Non avendo il coraggio di chiedere aiuto agli operatori di polizia nè di far ricorso ai sanitari per curare le ferite.
Brusco cambiamento
Da quel momento la sua vita aveva avuto quindi un brusco cambiamento quanto a tutte le sue usuali abitudini. Solo dopo qualche tempo, aveva trovato dentro di sé, e con il consiglio di un legale, la forza di denunciare quanto vissuto.
La donna ha raccontato la sua vita con dovizia di particolari, ricordando il suo arrivo a Palermo nel 2017; e di aver cominciato a prostituirsi per strada per guadagnare.
Si era soffermata poi sugli incontri con altre ragazze, sue connazionali, con le quali aveva stretto amicizia e che spesso avevano preso le sue difese.
Il racconto aveva fatto emergere come non solo lei, ma più di una ragazza, fosse costretta a versare tutto il guadagno raccolto per strada alle due sorelle.
E a vivere in un appartamento insieme a loro poiché il viaggio in Italia era pagato da quest’ultime, che pretendevano un risarcimento di 20.000 euro.
Ad un certo punto, alcune di queste ragazze erano venute a conoscenza che nello Stato del Benin il re aveva promulgato una legge che affrancava le donne costrette a prostituirsi per ripagare i debiti del viaggio.
Sulla scorta di questa informazione, avevano detto alle loro connazionali che da quel momento non avrebbero più pagato e che finalmente sarebbero andate via da casa, sottraendosi a tutte le violenze ed ai sacrifici imposti loro.
I mancati guadagni
Le due sorelle avevano quindi ritenuto la ragazza responsabile dei loro mancati guadagni, poiché a parer loro era proprio lei a convincere le altre a lasciare la casa in cui vivevano e ad affrancarsi da tutte le condizioni di sfruttamento economico e di forte intimidazione psicologica in cui avevano vissuto fin dal loro arrivo a Palermo.
I numerosi indizi di colpevolezza raccolti e le varie dichiarazioni rese dai testimoni hanno permesso di ricostruire un solido quadro probatorio, conducendo l’Autorità Giudiziaria a valutare positivamente l’opportunità dell’ emissione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere.
Le due donne sono conseguentemente condotte presso la Casa Circondariale “A. Lorusso”.