Parente contro la Murgia: “Famosa perché ha scritto libri da oratorio”

Redazione
Parente contro la Murgia: “Famosa perché ha scritto libri da oratorio”

Parente contro la Murgia: “Famosa perché ha scritto libri da oratorio”. Femminismo estremo, duro e puro: è quello portato avanti da anni da Michela Murgia.

Che sulle sue invettive contro gli uomini è riuscita a costruire una carriera. Michela Murgia insulta tutti ma lei può.

E’ una femminista radicale schierata dalla parte giusta, pertanto qualunque suo insulto viene considerato lecito, o comunque non meritevole di essere stigmatizzato.

Non sempre, però, il modus operandi di Michela Murgia passa sotto traccia e da qualche giorno sulla sua traiettoria si è messo il giornalista e scrittore Massimiliano Parente. Che ha iniziato una “guerra” di parole contro la scrittrice.

In queste ore, Dagospia ha pubblicato una lettera ricevuta da Parente, nella quale in poche righe lo scrittore prende di mira Michela Murgia e le altre integraliste del femminismo.

“Caro Dago, ti invio una foto con una mia didascalia esemplificativa di tutta una questione: ecco tre femministe che sentite sempre nominare.”

“La Lipperini, la Murgia e la Valerio, che hanno passato la vita a scrivere lagnosi libri da oratorio, a frequentare salotti, radio e tv, a lanciare fatwe e a odiare i maschi.”

“E Andrea Ghez, che non avevate mai sentito nominare, che ha passato la vita a studiare fisica e ha preso il Nobel”, scrive Massimiliano Parente, allegando la foto delle quattro donne.

Il sottinteso del giornalista è molto chiaro

Tre delle quattro donne sono piuttosto note, chi più e chi meno, nonostante il loro contributo alla cultura si limiti a qualche libro di nicchia.

La meno famosa delle quattro, è un’astronoma statunitense di fama mondiale, che grazie alla scoperta di un buco nero nel 2020 è insignita del prestigioso Premio Nobel per la fisica.

Un traguardo straordinario che le avrebbe dovuto fruttare fama e ribalta mondiale ma così non è stato. Massimiliano Parente, dopo la provocazione su Twitter di qualche giorno fa, torna quindi a pungere la sua collega.

Che negli anni è salita alle cronache per aver, tra le altre cose, cercato di cambiare la lingua italiana imponendo il termine “matria”, decisamente più femminista, su quello “patria”.

Negli ultimi giorni ha addirittura redatto un vademecum per i giornalisti de La Repubblica, per insegnare loro come trattare un femminicidio.

Nell’epoca della dittatura del politicamente corretto, da lei caldamente sostenuta.

Ha ragione Parente, parole su parole sono state scritte su Michela Murgia che vuole cambiare l’italiano. Per lei sessista, e troppo poche per un’altra donna che, invece, un contributo reale l’ha dato. Fonte IlGiornale

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