Per un pugno di visibilità. Il Dott. Galli e tutte le sue contraddizioni

Redazione
Per un pugno di visibilità. Il Dott. Galli e tutte le sue contraddizioni
Massimo Galli

Per un pugno di visibilità. Galli e tutte le sue contraddizioni. In questi giorni stiamo assistendo ad una campagna mediatica con il Dott. Ascierto, il quale a detta del collega Galli avrebbe rubato l’idea del tocilizumab ai collegi Cinesi e al suo Ospedale il Sacco di Milano. Di seguito vi riportiamo una serie di contraddizioni di Galli, riportate da Maurizio Cerrone sulla sua pagina Facebook. Seguici su Facebook Notizie in tempo reale

A riascoltare ora le parole del Dottor Galli, emerge in maniera chiara e precisa quel “piagnisteo” che molti volevano essere appannaggio esclusivo dei partenopei.

Parlare ad un collega di “provincialismo” per il solo timore di un minuto di ospitate televisive in meno è imbarazzante.

Il Dottor Paolo Ascierto si è mosso nella maniera più limpida possa esserci.

•Ha spiegato come è arrivato, con il suo staff, ad intuire l’utilità del Tocilizumab (visto che da oncologo ed ematologo lo utilizzava negli effetti collaterali dell’immunoterapia).
•Ha spiegato di essersi confrontato con i colleghi cinesi che avevano testato su una ventina di pazienti (20 pazienti non si può chiamare “sperimentazione”) ed aver avuto conforto.
Realizzato il “ponte” con la Cina, crea un gruppo di ricerca, rende pubblici i primi dati, genera un effetto a catena che porta la Roche a rendere gratuitamente disponibile il farmaco, e permette ad altri ospedali in tutta Italia (Bergamo compresa, anche se Galli dice che lì lo usavano dal 1800) di provare la cura e unire i dati raccolti.
•Da qui la stesura di un protocollo e l’ok dell’Aifa alla sperimentazione; tutto in pochissimi giorni.

E’ stata forse questa la colpa di Ascierto, troppo modesto.

Quando l’irritato collega lo accusava di provincialismo al grido “date a Cesare quel che è di Cesare” avrebbe forse dovuto fargli leggere la classifica stilata dal sito americano expertscape.com (ideato da ricercatori dell’Università del North Carolina) che colloca Ascierto ai vertici internazionali nella cura del melanoma: PRIMO in Italia su 4 mila specialisti, secondo in Europa su 25 mila, quarto nel mondo su 65 mila.
https://www.repubblica.it/oncologia/oncoitalia/2019/09/20/news/melanoma_l_italiano_paolo_ascierto_ai_vertici_mondiali_nella_ricerca-236477891/?refresh_ce&fbclid=IwAR1RIGJEiQ_vhZrODupUH5ASxVzrW400RmxpC9UpbY7Fy6nV_I8BfutLeZo

Ma Galli, impegnato da tempo nelle maratone televisive che neanche Salvini è riuscito a fare di meglio, non ha avuto il tempo di spiegare perché da Milano, da Bergamo o da dove lui voleva, si impiegava un protocollo importante e non lo si condivideva con gli altri presidi.

Lui, che il 06 febbraio diceva che:

“Attualmente non esistono farmaci specifici contro il nuovo coronavirus e si sta verificando la possibilità di utilizzare vecchi farmaci nati per combattere altri virus”.
E cita tutti i farmaci usati in Cina (Abidol e Darunavir, e la clorochina) e nessun cenno sull’uso del tocilizumab (che non è un farmaco per combattere il virus in se stesso, ma è utilissimo per migliorare le capacità respiratorie ed evitare l’aggravio dei pazienti, il primo problema che c’è in Italia).
•Lui dice che lo usavano in Cina, ma forse allora non l’avevano ancora informato.
https://tg24.sky.it/salute-e-benessere/2020/02/06/coronavirus-cura.html

Lui, che il 10 Febbraio, un mese fa, dichiarava:

“La malattia da noi difficilmente potrà diffondersi: l’esiguità del numero dei casi riscontrati fino ad ora e la modalità con cui si sono manifestati in persone che si sono infettate poco prima di partire da Wuhan, ci dà la dimensione del contenimento complessivo della problematica».
https://www.sanitainformazione.it/salute/coronavirus-galli-direttore-malattie-infettive-sacco-primi-indicatori-positivi-da-due-giorni-in-cina-cresce-meno-in-italia-soli-tre-casi-importati/

Lui primario dell’ospedale Sacco, il cui direttore responsabile del laboratorio di Macrobiologia Clinica, Maria Rita Gismondo, dichiarava:
«A me sembra una follia, si è scambiata un’infezione appena più seria di un’influenza per una pandemia letale. Non è così».
https://www.ilsole24ore.com/art/coronavirus-sfogo-direttrice-analisi-sacco-e-follia-uccide-piu-l-influenza-ACq3ISLB?refresh_ce=1

Lui, che avrebbe solo dovuto ringraziare il collega per il lavoro che stanno svolgendo, sul campo.
Per il contributo che stanno apportando; per la professionalità e per l’umiltà.

Ma nemmeno un momento di crisi come questo riesce a creare unità e smorzare il senso di superiorità di taluni, sempre impegnati a dimostrare che ce l’hanno più lungo. E se, al confronto, perdono, scatta il piagnisteo; in diretta televisiva.

Siamo in emergenza; serve unità d’intenti, collaborazione, mani tese. Ora, più che mai, si combatte un’unica guerra di fronte a un male che ci vede, al suo cospetto, tutti uguali. Lo comprendano anche quelli che, per pura ignoranza o per altri motivi ancor meno nobili, continuano a sentirsi superiori.

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