Pirateria Tv, sequestrata centrale del flusso illegale in Italia

Redazione
Pirateria Tv, sequestrata centrale del flusso illegale in Italia

Pirateria Tv, sequestrata centrale del flusso illegale in Italia. Perquisizioni, sequestri di server e materiale informatico, 45 indagati in tutto. Questo il risultato di un maxi blitz della Polizia di Stato.

Il blitz è scattato nell’ambito di un’inchiesta della procura di Catania contro la pirateria audiovisiva e la diffusione illegale dello streaming. Associazione a delinquere, frode informatica, abusiva riproduzione e diffusione a mezzo internet di opere protette dal diritto di autore, sono questi i reati contestati.

Un’indagine finalizzata al contrasto delle Iptv (acronimo di Internet protocol television), volgarmente dette “pezzotto”, ovvero i sistemi pirata attraverso i quali è possibile vedere gratis o a basso costo prodotti televisivi, film e serie generalmente disponibili solo sulla Tv a pagamento.

Una procedura che è illegale, sia per chi vende il sistema che per chi ne fruisce, dunque il consumatore, e che comporta ogni anno ingenti perdite per gli operatori del settore televisivo e cinematografico.

Una rete illegale su scala nazionale

Le indagini riguardano una rete che tocca città italiane a ogni latitudine (Catania, Palermo, Reggio Calabria, Bari, Napoli, Ancona, Roma, Cagliari, Milano, Firenze, Venezia) e ha richiesto l’impiego di 200 specialisti provenienti da 11 Compartimenti regionali della Polizia Postale.

Il risultato, come riportato dalle agenzie, è lo smantellamento di una complessa infrastruttura criminale, sia sotto il profilo organizzativo che tecnologico. Le autorità affermano di avere smantellato un’importante “centrale” a Messina dalla quale si gestiva circa l’80% del flusso illegale IPTV in Italia.

Il sistema funzionava grazie a Telegram

Dalle indagini è emerso che a favorire la pubblicizzazione e la vendita del sistema pirata per l’accesso allo streaming illegale erano canali Telegram, gruppi sui vari social network, forum e blog il meccanismo.

Cos’è il pezzotto e come funziona

Per riuscire a vedere online le Iptv è richiesto solitamente un abbonamento, con un costo mensile che si aggira attorno ai dodici euro, cifra decisamente inferiore a quello che sarebbe il costo di abbonamento per tutti i contenuti che questo sistema riesce a rendere accessibili.

Pagato il canone mensile, si accede al sistema grazie ad app dedicate; oppure tramite un decoder pirata che si acquista con 50-60 euro e permette di decriptare il segnale di tantissimi canali tv di tutto il mondo.

Reati e sanzioni del consumatore del “pezzotto”

È sempre importante ricordare che il pezzotto è frutto di un doppio reato. Quello di chi lo rende disponibile e di chi lo acquista e ne fa uso. Se i primi, i cosiddetti pirati attivi, vanno incontro alla reclusione (da sei mesi a tre anni) e a multe da 2500 a 15.000 euro, la legge sul diritto d’autore punisce anche i pirati passivi.

E anche chi procede con il  download illegale di materiale protetto da copyright per uso personale è punito con una multa di 154 euro; (che sale fino a 1.032 euro nel caso di recidiva e se i contenuti scaricati siano molti) e con la confisca del materiale.

Non è tutto, perché oltre al reato commesso, la pirateria digitale comporta altri rischi per il pirata passivo, portando alla divulgazione delle informazioni contenute nel pc, rendendo visibili e disponibili dati anagrafici, bancari  e della carta di credito che possono essere impiegati da malintenzionati per commettere truffe.

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