Poliziotto penitenziario, 55 anni, trovato impiccato in un bosco
A. C., queste le iniziali del suo nome, era assente dal lavoro da qualche settimana. Il suo corpo è stato trovato a Favignana, in provincia di Trapani, non lontano dal carcere
Poliziotto penitenziario, 55 anni, trovato impiccato in un bosco. A. C., queste le iniziali del suo nome, era assente dal lavoro da qualche settimana. Il suo corpo è stato trovato a Favignana, in provincia di Trapani, non lontano dal carcere.
Il sovrintendente A. C., un poliziotto penitenziario di 55 anni, che lavorava presso la prigione di Favignana, in provincia di Trapani, è stato tragicamente trovato morto.
Da qualche settimana era assente dal lavoro a causa di problemi di salute, ma da ieri mattina non si avevano più sue notizie. Dopo una lunga ricerca, il suo corpo è stato scoperto impiccato in un bosco sull’isola, non lontano dalla prigione.
Il grido d’allarme dei sindacati
Questa terribile notizia ha provocato dolore e sgomento tra i colleghi di lavoro, i conoscenti e i sindacati, che lanciano un grido d’allarme ancora una volta.
“Ci uniamo in profondo cordoglio per la moglie e gli altri familiari del sovrintendente scomparso. Tuttavia, chiediamo nuovamente al governo di adottare urgenti misure per mettere in sicurezza le carceri.
Attualmente, queste ospitano oltre 14.500 detenuti in più rispetto ai posti disponibili, con una carenza di 18.000 agenti di polizia penitenziaria rispetto al fabbisogno. Quasi ogni giorno siamo testimoni di una morte, non abbiamo più tempo”, dice De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria.
“E’ un annuncio che sconvolge tutti noi. L’uomo, un sovrintendente del corpo di polizia penitenziaria impiegato nella casa di reclusione di Favignana, è stato inesorabilmente scoperto in un bosco, privo di vita, impiccato.
Le motivazioni di tale gesto estremo rimangono al momento sconosciute”, afferma con profonda commozione e amarezza, richiamando l’attenzione sul fatto che il dramma dei suicidi tra gli agenti di polizia penitenziaria continua a perpetuarsi senza alcun segnale tangibile di considerazione da parte del ministero della Giustizia e del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria.