Ponte Morandi, il ministero era informato del rischio crollo dal 2015

Redazione
Ponte Morandi, il ministero era informato del rischio crollo dal 2015

Ponte Morandi, il ministero era informato del rischio crollo dal 2015. Le inchieste collegate alla crollo del Ponte Morandi registrano due novità importanti. Da un lato la Guardia di finanza ha sequestrato nella sede di Atlantia un documento digitale che indica tra il 2014 e il 2016, un «rischio crollo» per il Morandi. Dall’altro, nell’inchiesta bis sui falsi report, ci sono nuovi indagati per gli omessi controlli sul Letimbro, in A10 in provincia di Savona.

Nel registro digitale di Atlantia è stato trovato un documento che svela il rischio crollo per il ponte Morandi. Finora i dirigenti di Aspi hanno dichiarato ai magistrati che per il viadotto nessun report di Spea (società delegata al monitoraggio della rete autostradale) aveva messo in allarme per il pericolo di crollo. Il documento è stato sequestrato dalla Gdf. Quel “documento di programmazione del rischio”, stilato dall’Ufficio rischio di Autostrade è passato dai vari consigli di amministrazione sia di Aspi che di Atlantia. Dal 2014 al 2016 per il Morandi si parla di “rischio crollo”, dal 2017 la dicitura diventa “rischio perdita stabilità”.

Le inchieste

Le inchieste collegate alla crollo del Ponte Morandi registrano due novità importanti. Da un lato la Guardia di finanza ha sequestrato nella sede di Atlantia un documento digitale che indica tra il 2014 e il 2016, un «rischio crollo» per il Morandi. Dall’altro, nell’inchiesta bis sui falsi report, ci sono nuovi indagati per gli omessi controlli sul Letimbro, in A10 in provincia di Savona.

Il documento

Nel registro digitale di Atlantia è stato trovato un documento che svela il rischio crollo per il ponte Morandi. Finora i dirigenti di Aspi hanno dichiarato ai magistrati che per il viadotto nessun report di Spea (società delegata al monitoraggio della rete autostradale) aveva messo in allarme per il pericolo di crollo. Il documento è stato sequestrato dalla Gdf. Quel “documento di programmazione del rischio”, stilato dall’Ufficio rischio di Autostrade è passato dai vari consigli di amministrazione sia di Aspi che di Atlantia. Dal 2014 al 2016 per il Morandi si parla di “rischio crollo”, dal 2017 la dicitura diventa “rischio perdita stabilità”.

Secondo Repubblica il Ministero delle Infrastrutture era venuto a conoscenza del rischio crollo già nel 2015, tre anni prima che il viadotto sul Polcevera crollasse – era il 14 agosto 2018 – provocando 43 morti. Per la cronaca, nel 2015 ci sono stati due ministri delle Infrastrutture: Maurizio Lupi fino a marzo con il governo Letta e successivamente Graziano Delrio con il governo Renzi.

Ponte Morandi, omissioni per altri viadotti?

Magistrati e investigatori hanno i nomi di 73 indagati di omicidio e disastro colposo plurimi per il crollo del 14 agosto 2018. Gli inquirenti vogliono sapere come mai il ponte veniva classificato con voto inferiore a 50. Oltre questo livello si applicano misure di limitazione al traffico o chiusure. Un parametro con rischio molto basso. La concessionaria dal canto suo,  sostiene che il rischio fosse solo teorico. Intanto, il titolo Atlantia, ieri in Borsa ha perso il 2,22 per cento.

Nei mesi scosi, sono spuntati nuovi elementi di preoccupazione. Emergono, infatti, nuove gravi omissioni per altri viadotti e per altre strade. I presunti falsi report riguardano anche altri viadotti. Pecetti della A26, in Liguria (nel comune di Mele) e il Paolillo, piccolo ponte che sovrasta l’omonimo torrente, sull’A16 Napoli-Canosa a Canosa di Puglia (Barletta-Andria-Trapani). Fonte Il Secolo d’Italia

  •  

Redazione

La redazione de L'inserto, articoli su cronaca, economia e gossip

Modifica le impostazioni GPDR