Quella frase di De Luca alla gogna

Redazione
Quella frase di De Luca alla gogna

Quella frase di De Luca alla gogna. Il governatore campano parla dei morti di Milano, ma secondo quanto riportato dal Corriere farebbe meglio a lasciarli stare

L’editoriale del Corriere si sofferma sulle personalità degli uomini politici italiani. L’Italia è quel Paese dove gli uomini politici invece di sorridere e ringraziare o maledire gli autori satirici che li imitano, cercano di superarli. Li superano con una rappresentazione paradossale di sé stessi, barattando in questo modo la propria autorevolezza con una popolarità da baraccone.

L’articolo continua evidenziando che negli ultimi tempi l’attuale il presidente della Campania ha rilasciato una dichiarazione che ha fatto molto discutere: «Milano non si ferma, Bergamo non si ferma, e poi si sono fermati a contare i morti». Parole finalizzate ad esaltare i meriti della linea dura che ha imposto la Regione Campania durante la pandemia.

È una frase orrenda? L’Editoriale continua.

Se De Luca vuole imputare ai suoi compagni di partito Beppe Sala e Giorgio Gori, sindaci delle due città, oppure agli attuali vertici di Confindustria, una iniziativa che si è rivelata profondamente sbagliata come quella di fine febbraio-inizio marzo contro le misure restrittive, arriva tardi ma è libero di farlo.

Invece i morti sarebbe meglio lasciarli stare. Li hanno pianti tutti, non solo quelli che dicevano che non bisognava fermarsi. Ci vorranno anni per dimostrare rapporti di causa ed effetto, per accertare responsabilità di ogni genere. Per togliersi di dosso questa patina di lutto collettivo.

Se De Luca parla sul serio, come suggerisce una precedente frecciata su analogo tema al suo segretario Nicola Zingaretti, dimostra come minimo di non avere idea di quel che è accaduto in Lombardia, oltre che di essere prigioniero di una versione torva della propria caricatura.

La risposta al populismo che lui dice di voler combattere non può essere un populismo ancora più becero.  E l’utilizzo dei morti per sobillare a fini elettorali una inutile contrapposizione Nord-Sud rivela una statura modesta. Non solo politica“.

Così viene concluso l’articolo. Tuttavia, non si può non tenere conto che in quelle parole si cela una profonda verità. Una verità che fa male e che al di là della propaganda politica deve essere oggetto di considerazione. Il numero di morti a Milano è enorme e “forse” una linea politica di chiusura avrebbe limitato i danni…

I “caduti per il virus” devono essere rispettati, sempre. Da nord a sud. In Italia.

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