Rapporto Svimez: crollo Pil maggiore al Nord, più forte disoccupazione al Sud

Redazione
Rapporto Svimez: crollo Pil maggiore al Nord, più forte disoccupazione al Sud

Rapporto Svimez: crollo Pil maggiore al Nord, più forte disoccupazione al Sud. La ripresa del 2021 sarà dimezzata al Sud. Lo shock da Covid-19 ha colpito un Mezzogiorno già in recessione, prima ancora di aver recuperato i livelli pre-crisi 2008 di prodotto e occupazione.

Il crollo del Pil nel 2020 è più intenso nel Centro-Nord (-9,6%), attestandosi comunque su livelli inediti anche nel Mezzogiorno (-8,2%). A preoccupare sono, però, le ricadute sociali di un impatto occupazionale, più forte nel Mezzogiorno, che perde nel solo 2020 380mila posti di lavoro. La perdita di occupati è paragonabile a quella subita nel quinquennio 2009-2013 (- 369.000).

Sostegno delle politiche pubbliche

Ad attenuare la gravità del quadro previsivo interviene il consistente sostegno delle politiche pubbliche. Grazie agli interventi di contrasto agli effetti del Covid-19, per un importo pari a circa 75 miliardi di euro, la caduta del Pil è contenuta di circa 2,1 punti al Centro-Nord e di quasi 2,8 punti percentuali nel Mezzogiorno.

Anche se in termini pro-capite il beneficio è maggiore al Centro-Nord (1344 euro) rispetto al Mezzogiorno (1015 euro). Le previsioni SVIMEZ per il 2021 vedono un Mezzogiorno frenato da una ripresa “dimezzata”: +2,3% il Pil contro il 5,4% del Centro-Nord.

La politica nazionale ha sostenuto l’economia nel pieno della più grande crisi dal dopoguerra dagli impatti senza precedenti sui redditi e sui consumi delle famiglie e sugli investimenti delle imprese. Per il rilancio si rende ora urgente una strategia nazionale di sostegno alla crescita compatibile con l’obiettivo del riequilibrio territoriale.

Le previsioni del 2021

Le previsioni per il 2021 mostrano una ripresa troppo debole per ricostituire la base produttiva e occupazionale distrutta dalla crisi e un allargamento del divario Nord/Sud, senza il supporto delle politiche. Nel Sud le misure di sostegno al reddito stanno contenendo l’emergenza in questi primi mesi e rimane il rischio di un autunno di tensioni sociali.

È questa l’occasione, forse l’ultima, di restituire alla politica ordinaria il suo ruolo naturale, ma troppo al lungo smarrito, di garantire su tutto il territorio nazionale parità di accesso ai diritti di cittadinanza. La pandemia ha unito il Paese nella fase iniziale della diffusione del Covid-19.

Con questo spirito unitario, infine, sono individuate le priorità della politica economica nazionale; per cogliere le opportunità inedite che si aprono con i nuovi strumenti di finanziamento europei.

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