Referendum 2020, gli exit poll e i primi risultati sul voto: lo spoglio in diretta

Redazione
Referendum 2020, gli exit poll e i primi risultati sul voto: lo spoglio in diretta

Referendum 2020, gli exit poll e i primi risultati sul voto: lo spoglio in diretta. Segui lo spoglio delle schede elettorali in diretta con gli exit poll e i risultati definitivi sul voto sì o no al Referendum 2020

La proiezione Rai (9% del campione) sul referendum costituzionale sulla riduzione dei parlamentari dà il Sì al 66,7% e il No al 33,3%. L’affluenza provvisoria è del 53,43%, quando al Viminale sono arrivati i dati di 6.926 comuni su 7.903.

I risultati provvisori degli scrutini di 2609 sezioni su 61622: Sì al 69,51%, No al 30,49%. Qui gli exit poll e i primi risultati in diretta delle Elezioni regionali. Leggi anche qui 

Non c’è il quorum

Si sono chiuse alle 15 — dopo una consultazione durata esattamente 24 ore: dalle 7 alle 23 di domenica, e dalle 7 di lunedì — le urne alle quali 46.641.856 milioni di cittadini italiani erano chiamati a esprimersi sul referendum costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari di Camera e Senato.

Alle 23 di ieri l’affuenza era del 39,4%. Essendo un referendum costituzionale non è previsto il quorum. Non importa quante persone si sono recate alle urne: se vince il sì la riforma sul taglio dei parlamentari entra in vigore; se vince il no, viene bocciata.

Cosa succede se vince il Sì

Il Sì dà il via libera alla riduzione del numero dei parlamentari, con la modifica degli articoli 56 e 57 della Costituzione. È un taglio lineare, che non tocca le funzioni di Camera e Senato (il bicameralismo paritario): il numero dei deputati passa dagli attuali 630 a 400, quello dei senatori eletti da 315 a 200.

Cosa succede se vince il No

In caso di una vittoria del No a livello «tecnico» non cambierebbe nulla: il numero dei parlamentari rimarrebbe invariato. Dal punto di vista politico, però, ci potrebbero essere delle conseguenze. Specie per il Movimento 5 Stelle, che della riforma costituzionale ha fatto una bandiera.

Anche il segretario del Pd Zingaretti non ne uscirebbe bene, avendo insistito per schierare il suo partito per il Sì (dopo aver detto No tre volte in Parlamento). Le forze di centrodestra, pur formalmente favorevoli al taglio, vedono di buon occhio un successo del No perché si augurano contraccolpi interni alla maggioranza M5S-Pd.

Ipotesi remota, a meno che il risultato del referendum non vada a sommarsi al verdetto delle Regionali. E lì, allora, il combinato disposto delle due consultazioni potrebbe rivelarsi esplosivo. Il corriere

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