Reggio Emilia: Emanuele Iori muore nello scontro auto scooter, arrestato 20enne
Reggio Emilia: Emanuele Iori muore nello scontro auto scooter, arrestato 20enne. E’ finito in manette il il 20enne alla guida dell’auto coinvolta in un incidente mortale avvenuto ieri alle 6.45 in via Tassoni, a Canali, frazione del comune di Reggio Emilia.
Gli è contestata la grave accusa di omicidio stradale aggravato. A perdere la vita è un uomo 42 anni, padre di due figli, che in sella allo scooter stava andando al lavoro.
La polizia locale, dopo gli esami alcolemici e tossicologici, ha portato l’automobilista in carcere, su disposizione della locale Procura della Repubblica.
Con molta probabilità, stava guidando sotto effetto di alcol e sostanze stupefacenti. A causare lo schianto pare, ma non è certo, che sia stato un sorpasso azzardato.
Stando ai primi accertamenti i due mezzi si sono scontrati frontalmente. L’auto guidata dal 20enne, che aveva a bordo altri tre ragazzi, ha preso fuoco poco dopo la collisione.
I soccorsi
Oltre ai vigili del fuoco, intervenuti per placare l’incendio e mettere in sicurezza la zona, sul posto si sono portati anche gli operatori del 118 e gli agenti della Municipale, per effettuare i rilievi.
Testimoni di quanto avvenuto non sono solo gli altri tre ragazzi che si trovavano nell’auto, ma anche altri conducenti, in particolare uno che potrebbe aver assistito direttamente al sorpasso. Come già detto però, diverse e ancora poco chiare le ipotesi su quale sia stata l’esatta dinamica dell’incidente.
A perdere la vita è Emanuele Iori, 42 anni, marito e padre di due figli morto sul colpo, stava andando a lavoro, dalla sua abitazione di Albinea verso il comune capoluogo.
E’ stata un’agente della polizia locale di Albinea a informare la famiglia, in quel momento a casa c’erano solo la moglie e il figlio maggiore di 18 anni. La figlia più piccola, 10 anni, in quel momento era ancora a scuola.
Emanuele Iori stava per iniziare il suo turno al Conad Primavera, vicino al parcheggio di via Cecati, ma non è mai arrivato a destinazione. I colleghi si sono preoccupati e hanno temuto il peggio, per poi scoprire che l’incubo era reale.