Remo Rapino ha vinto il premio Campiello con 92 voti

Redazione
Remo Rapino ha vinto il premio Campiello con 92 voti

Remo Rapino ha vinto il premio Campiello con 92 voti. Remo Rapino con ‘Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio’ (minimum fax) ha vinto la 58/ma edizione del Premio Campiello.

Lo scrittore ha avuto 92 voti sui 264 arrivati dalla Giuria Popolare di Trecento Lettori Anonimi.

Al secondo posto Sandro Frizziero con ‘Sommersione’ (Fazi), 58 voti, al terzo Ade Zeno con ‘L’incanto del pesce luna’ (Bollati Boringhieri), 44 voti.

Al quarto Francesco Guccini con ‘Trallumescuro. Ballata per un paese al tramonto’ (Giunti), 39 voti, e al quinto Patrizia Cavalli con ‘Con passi giapponesi’ (Einaudi), 31 voti.

“E’ stata un bella cosa guaglio’ poter incontrare tutte queste belle persone. Un’esperienza bellissima, un vero e proprio regalo che ho ricevuto.

Un viaggio come nella poesia di Kavafis. Sono felice di essere felice” ha detto Rapino commentando a caldo la vittoria.

Gia Coppola, racconto la Instagram generation

La vita cuori e like, le emoji, la dittatura dello smartphone, il valore della vita misurato con l’indice dei follower, pazienza se non hai talento perché quello che conta è l’apparenza.

E’ la dittatura, ci piaccia o no, della social media generation, di influencer buoni a tutto, pronti a darti le dritte su come cucinare, come vestirti, come giocare, che musica ascoltare.

E solo così sei nel Mainstream, in fondo nel tuo tempo. Gia Coppola, 33 anni, un nonno che si chiama Francis Ford, una zia che si chiama Sofia, dunque il cinema nel sangue, è a Venezia (dove aveva presentato nel 2013 Palo Alto) con il suo secondo film.

E’ in concorso ad Orizzonti con Mainstream, un film applaudito poco fa alla premiere, presente la regista e la sua protagonista Maya Thurman (figlia di Uma e di Ethan Hawke) mentre in collegamento c’è Nat Wolff, assente il protagonista Andrew Garfield.

“Ho voluto raccontare una storia immersa nella cultura della mia generazione e dei ventenni di oggi, la manipolazione, l’influenza dei social, ho cominciato ad esplorare quel mondo e confesso che ero piena di pregiudizi che via via sono svaniti.

Con questo racconto ho provato ad entrare in quella che è la dimensione culturale del nostro tempo ma ci tengo a dire che non ci sono giudizi.

Eravamo io e il mio cast pronti a detestare queste persone, ma poi li abbiamo solo rappresentati”.

Al centro c’è Instagram, Youtube, TikTok, i video vuoti, divertenti, spiritosi, senza capo né coda che ipnotizzano i ragazzi di oggi.

Magari orientano il loro modo di essere, di vestire, di truccarsi, elevano a personalità dei nullatalenti e sono pronti a cambiare idolo con un’onda di pollici giù.

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