Roberto Gleboni ha compiuto una strage: 5 le vittime

E' successo a Nuoro nella mattinata di ieri. Tre sono i morti e quattro i feriti, due di questi versano in condizioni gravissime

Redazione
Roberto Gleboni ha compiuto una strage: 5 le vittime

Roberto Gleboni ha compiuto una strage: 5 le vittime. E’ successo a Nuoro nella mattinata di ieri. Tre sono i morti e quattro i feriti, due di questi versano in condizioni gravissime.

Il tragico evento che ha scosso la città di Nuoro la mattina del 25 settembre ha lasciato un bilancio pesante: tre morti, tra cui l’assassino, e quattro feriti, di cui due in gravissime condizioni.

L’orribile strage è stata compiuta da Roberto Gleboni, un operaio forestale di 52 anni, all’interno della sua casa a via Ichnusa. Convivendo con l’idea che il numero delle vittime possa lievitare a cinque, si sta cercando di capire cosa ha scatenato la furia omicida di questo uomo, descritto da tutti come gentile e disponibile.

Si aspettano infatti gli esiti dell’accertamento per morte cerebrale di due dei feriti, il figlio di 10 anni della coppia e un uomo di 69 anni, vicino di casa.

L’inizio della strage

Roberto Gleboni ha iniziato la sua strage a casa sua, poco dopo le 7 del mattino, uccidendo la moglie, la figlia di 25 anni e ferendo i due figli minori, di 14 e 10 anni.

Ha poi preso di mira un vicino di casa, pensionato di 69 anni, ferendolo gravemente. La sua furia omicida non si è fermata, e si è diretto verso la casa della madre, ferendola anche lei, prima di togliersi la vita.

Del movente non si sa nulla

Come riportano i vicini e i familiari, non c’erano segni premonitori o litigi in famiglia. “Mai sentito nulla, un litigio o un problema,” riportano unitamente i vicini e i residenti nel quartiere di monte Gurtei.

Le forze dell’ordine e i medici legali stanno cercando di ricostruire l’accaduto e di capire il movente dietro a questa strage. Il racconto dei sopravvissuti sarà fondamentale per arrivare al cuore della questione e capire cosa abbia scatenato una violenza così brutale.

Sterminare la famiglia

È certo solo che l’operaio, armato di una semiautomatica calibro 7.65, ha sparato alle vittime alla testa, come se avesse il preciso intento di sterminare la sua famiglia.

Colpito anche il vicino di casa con la stessa rabbia. Il quartiere, dopo il passaggio delle ambulanze e della polizia, torna nel silenzio, squarciato solo dalle urla della madre di Giuseppina Massetti.

Oltre al dolore, resta un’immagine: quella di Martina, la figlia di 25 anni, che poco più di un anno prima della tragedia, alla sua laurea, aveva scritto un biglietto d’amore ai suoi genitori.

Parole che, alla luce degli eventi, lasciano un senso di profondo dolore per le vite andate via in modo così tragico.

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