Rogo Thyssen: l’Europa condanna l’Italia e la Germania

Redazione
Rogo Thyssen: l’Europa condanna l’Italia e la Germania

Rogo Thyssen: l’Europa condanna l’Italia e la Germania. Il rogo Thyssen che uccise sette operai dello stabilimento torinese torna a far parlare di se.

Infatti il Tribunale di Strasburgo ha avviato una procedura contro l’Italia e la Germania perché non hanno fatto eseguire la condanna dei vertici Thyssen.

Le 7 vittime del Rogo Thyssen

La sentenza del Tribunale di Torino

Nel 2016 i tribunali italiani hanno condannato i 2 manager tedeschi dell’azienda. Herald Espenhahn a oltre 9 anni di reclusione e Gerald Priegnitz a oltre 6 anni. Nonostante la sentenza i due sono ancora in libertà.

I firmatari del ricorso

I firmatari del ricorso sono in tutto 26 e sottolineano che la violazione del loro diritto alla vita deriverebbe “dalle omissioni e i ritardi delle autorità italiane e tedesche nel dare esecuzione alla sentenza di condanna dei due manager. Aggiungono di non aver altro modo, se non attraverso la Corte di Strasburgo, per far valere i loro diritti nei confronti di Roma e Berlino.

I Ministri Italiani

In questi anni si sono susseguiti diversi ministri della Giustizia in Italia e tutti hanno scritto al governo di Berlino. Lo ha fatto Andrea Orlando nel 2017 chiedendo al ministro tedesco Heiko Maas che la Germania desse esecuzione al verdetto. Il successore Alfonso Bonafede nel 2018 aveva fatto inviare una lettera al tribunale di Essen per chiedere l’esito del procedimento con cui si era chiesto il riconoscimento ed esecuzione della sentenza”. Bonafede aveva anche assicurato che il ministero avrebbe “continuato a monitorare giorno per giorno la vicenda”. Ma da allora nulla è cambiato.

La Corte di Strasburgo

La corte di Strasburgo sul Rogo Thyssen condanna l’Italia e la Germani. Infatti ha dato ragione ai familiari e al sopravvissuto. Infatti ha inviato una richiesta di chiarimenti ai due governi. Nelle richiesta la Corte si chiede perché la condanna non sia stata ancora eseguita.

A rischiare di più è la Germania che dovrà chiarire perché non ha eseguito prontamente l’ordine d’arresto europeo spiccato dalla Corte d’appello di Torino.

La Corte europea, in più, vaglierà se l’Italia avrebbe dovuto avviare una procedura di infrazione contro la Germania dinanzi alla Corte di Giustizia dell’Unione europea.

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