Roma: detenuto 25enne si impicca a Regina Coeli
La casa circondariale di Regina Coeli soffre da tempo di sovraffollamento e attualmente ospita circa 1050 detenuti sui 618 previsti
Roma: detenuto 25enne si impicca a Regina Coeli. La casa circondariale di Regina Coeli soffre da tempo di sovraffollamento e attualmente ospita circa 1050 detenuti sui 618 previsti.
Un giovane di 25 anni, di nazionalità romena, si è tolto la vita ieri sera nel bagno della sua cella presso il carcere romano di Regina Coeli. Secondo il sindacato Fns Cisl, il detenuto si trovava nella seconda sezione.
Sovraffollamento
Il segretario Massimo Costantino ha evidenziato che l’istituto penitenziario è da tempo sovraffollato, ospitando attualmente circa 1050 detenuti rispetto ai 618 previsti.
Costantino ha descritto la situazione come “sempre più critica, mettendo a rischio il collasso del sistema carcerario. Il sovraffollamento e la grave carenza di personale stanno seriamente compromettendo l’ordine e la sicurezza della struttura”.
Stefano Anastasia, Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, ha affermato che il 2025 è iniziato peggio del 2024, definito “l’annus horribilis per morti e suicidi in carcere“.
Il quarto suicidio registrato in Italia
Il suicidio di ieri, ricorda il garante, è già il quarto registrato in Italia in meno di dieci giorni, senza considerare l’operatore penitenziario che si è suicidato nel carcere di Paola.
Anastasia chiede: “Quando verranno adottati provvedimenti urgenti per ridurre la popolazione carceraria e permettere al personale di gestire adeguatamente i casi più gravi con lunghe condanne?“.
“Non è mai semplice individuare il rischio suicidario, ma se gli operatori devono affrontare il doppio dei detenuti previsti, come a Regina Coeli, con metà del personale, la situazione diventa insostenibile.
Papa Francesco, aprendo la Porta Santa a Rebibbia, ha invitato i detenuti a non perdere la speranza; tuttavia, anche noi e soprattutto chi ha responsabilità politiche dobbiamo credere nella possibilità di un’alternativa a queste carceri sovraffollate e degradate, adottando decisioni adeguate”.