Roma: Metro A, uomo morto investito dal treno, si era lanciato sui binari
Roma: Metro A, uomo morto investito dal treno, si era lanciato sui binari. Un uomo è morto investito da un treno della metro A. È quanto successo nella mattinata di oggi, lunedì 13 marzo, a Roma, all’altezza della fermata Cipro intorno alle 6:30 in direzione Battistini.
Dopo tre ore di tentativi di rianimazione, la notizia del decesso della vittima. Sul posto dell’incidente ferroviario si sono portati il 118, i vigili del fuoco e i carabinieri che indagano e che hanno acquisito anche le immagini delle telecamere di sorveglianza.
L’uomo, dall’apparente età tra i 50 e i 60 anni, è stato estratto dalle lamiere ancora in vita. Disperati i tentativi di rianimarlo. I medici hanno provato il tutto per tutto, dopo che i pompieri lo avevano estratto dal treno.
Per permettere i soccorsi Atac ha interrotto la tratta tra Ottaviano e Battistini in entrambe le direzioni. Alle 9:30, terminati i rilievi, la stazione Cipro è stata riaperta e la linea A è stata riattivata lungo l’intera tratta. Sulla tragica vicenda indagano i carabinieri.
De Sisti compie 80 anni ‘Pelè il più forte di tutti
“Non vengono tutti i giorni 80 anni, quindi è tempo di fare bilanci su quello che è stato e quello che rimarrà da fare. Sono stato una persona fortunata perché ho realizzato progressivamente tutti i miei sogni da bambino.
Il culmine della carriera è Italia-Germania 4-3, in quel momento ero un buon centrocampista”. Giancarlo ‘Picchio’ De Sisti, 80 anni oggi, vicecampione del mondo a Messico ’70 e campione d’Italia con la Fiorentina nella stagione 1968-69, festeggia a Radio Anch’io Sport su Rai Radio 1.
Pelè il più grande di tutti? ” Ahimè sì, penso sia il più forte di tutti. A parità di qualità con Maradona, Pelè aveva il colpo di testa ed era ambidestro. Secondo me, questo caratterizza la completezza di un campionissimo rispetto a un altro campionissimo”.
In Qatar sono cresciute le nazioni piccole
E parla del livello del nostro campionato: “La continuità – aggiunge De Sisti – manca a diverse squadre. Il livello è discreto, anche se non come quello visto ai Mondiali: in Qatar sono cresciute le nazionali piccole, quelle grandi invece hanno deluso.
Complessivamente non si può dire che stiamo vivendo un momento di smalto. Speriamo che le italiane vadano bene in Europa, in Italia il Napoli gioca meglio di tutti”.
I problemi del calcio italiano e della Nazionale.
“In Italia non si punta troppo sui giovani, anche se mi risulta che la federazione stia facendo una selezione capillare, Mancini sta lavorando piuttosto bene. Però le mancate qualificazioni ai Mondiali sono stati due colpi al fegato, un paese calcisticamente grande come l’Italia non può rimanere fuori”.
Quale caratteristica del calcio di oggi avrebbe voluto attraversare nel calcio di qualche anno fa? “Se non mi riconoscessi allo specchio, direi gli stipendi (ride, ndr). Ora si gioca un calcio più veloce, più allenante, le metodologie sono cambiate. Il calcio è cambiato molto nella propria essenza, sia dentro che fuori lo stadio. Quasi si può parlare di un’altra disciplina”.
Chiusura con il ricordo più nitido della finale mondiale del ’70: “La squadra ha lottato fino al 71esimo minuto, poi è crollata dopo il 3-1 del Brasile, lì tutte le resistenze si sono fiaccate e la delusione andava ingigantendosi, anche se eravamo consapevoli di aver fatto un risultato importante”.