Salvini non ci sta e chiama il Presidente della Repubblica. Questione da politica a personale

Redazione
Salvini non ci sta e chiama il Presidente della Repubblica. Questione da politica a personale

I toni cortesi e garbati di sempre. Ma nella telefonata al Quirinale di primo mattino da parte di Salvini c’era tutta la rabbia e l’insofferenza personale, prima ancora che politica, nei confronti del presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

“La chiamo anche a nome degli altri colleghi leader dei partiti di centrodestra: quel che ha fatto il premier ieri sera non è degno di un paese democratico, presidente, siamo molto risentiti e riteniamo gravissimo quanto accaduto”, è stato l’esordio del colloquio. Che è andato avanti per alcuni minuti, nel corso dei quali il capo dello Stato ha più che altro ascoltato il segretario della Lega.

Salvini contesta le modalità e i contenuti della sortita post Eurogruppo dell’inquilino di Palazzo Chigi. I contenuti: l’attacco frontale a lui e a Giorgia Meloni sulla vicenda Mes, quell’accusa di diffondere “informazioni false” e di lavorare così all’indebolimento del Paese e del suo governo in un momento delicatissimo, quale quello della pandemia da Coronavirus che sta a mettendo a dura prova l’equilibrio economico.

E poi le modalità, appunto: una conferenza stampa a suo dire pianificata per andare in diretta sulle principali reti nazionali (Raiuno in primo luogo) nell’ora dei tg di punta della sera, col massimo audience. “Una roba da stato totalitario”, è la conclusione del leghista. Salvini chiede, in realtà pretende – e come lui Meloni – che l'”affronto” venga in qualche modo “risarcito” con la stessa moneta. Interviste e dichiarazioni da mandare con “uguale risalto” dai tg, quanto meno Rai. Un impegno che, come è ovvio che sia, il Quirinale certo non può assumere.

Ad ogni modo, quanto accaduto, conferma il segretario al presidente Mattarella, pone fine a ogni percorso di “collaborazione”, di condivisione delle scelte, “già venuto meno nei giorni scorsi” col sostanziale fallimento della cabina di regia sui decreti economici ai quali il governo stava lavorando. In parte anche con i capigruppo delle opposizioni. “Ma nessuna delle nostre proposte anche in quel caso era stata accolta”, si è lamentato Salvini più volte in questi giorni e come lui Meloni e Berlusconi.

Fonte: Repubblica

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