San Benigno Canavese: ossa umane e bici trovate sarebbero di Pasquetta Castellan

La donna, 79 anni, era scomparsa da Volpiano, in provincia di Torino, dal 31 luglio 2024. E' stato il programma Chi l'ha visto? a confermare la notizia

Redazione
San Benigno Canavese: ossa umane e bici trovate sarebbero di Pasquetta Castellan

San Benigno Canavese: ossa umane e bici trovate sarebbero di Pasquetta Castellan. La donna, 79 anni, era scomparsa da Volpiano, in provincia di Torino, dal 31 luglio 2024. E’ stato il programma Chi l’ha visto? a confermare la notizia.

Le ossa umane ritrovate il 5 aprile in un bosco di San Benigno Canavese potrebbero appartenere a Pasquetta Castellan, la 79enne scomparsa da Volpiano il 31 luglio scorso.

Tale informazione è stata diffusa tramite un post sui social dal programma “Chi l’ha visto?”, che aveva seguito il caso. Accanto ai resti sono stati trovati anche una bicicletta nera, alcuni vestiti e i documenti della signora.

Conosciuta nella sua città con il soprannome di “Graziosa”, la pensionata era scomparsa il 31 luglio, un giorno dopo aver visitato la figlia e il genero, ai quali aveva raccontato i suoi piani per il giorno successivo.

Questo dettaglio inizialmente faceva escludere un allontanamento volontario. Nonostante le ricerche per mesi non abbiano dato risultati, sabato scorso alcuni ciclisti hanno notato la bicicletta vicino a un ruscello tra Leinì e Lombardore.

Allertate le autorità

Il ritrovamento ha subito allertato le autorità. Il giorno seguente, durante ulteriori perlustrazioni, sono stati rinvenuti anche i documenti della signora, oltre a vestiti e resti umani.

Il materiale è stato raccolto dai Carabinieri per i necessari accertamenti. La Procura di Ivrea inizialmente aveva ipotizzato un allontanamento volontario, ma ora sembra orientarsi verso un tragico incidente.

Tuttavia, la figlia della 79enne, che aveva denunciato la scomparsa, esclude che la madre possa essere arrivata da sola nel bosco. “Non credo che mia madre si sarebbe mai recata lì da sola,” ha dichiarato in un’intervista a Torino Cronaca.

“Per arrivarci avrebbe dovuto percorrere strade trafficate, come la 460, e non era solita andare in quella zona.” “È un mistero e non riusciamo a spiegarcelo,” ha aggiunto la figlia. “Spero che le indagini siano condotte in modo scrupoloso, senza lasciare nulla di intentato.”

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