Sanità in crisi: come la telemedicina riduce i tempi di attesa del 40% in Italia
Liste di attesa sempre più lunghe negli ospedali italiani. La telemedicina emerge come soluzione concreta per ridurre i tempi e migliorare l’accesso alle cure.
In Italia, nel 2025, i tempi di attesa medi per una visita specialistica superano i 90 giorni (fonte Ministero della Salute). Oggi, 29 agosto 2025, la telemedicina si conferma una risposta concreta: secondo dati Agenas, le piattaforme digitali consentono una riduzione dei tempi fino al 40%, offrendo consulti rapidi e accessibili anche a distanza.
Liste di attesa: la fotografia del 2025
Il fenomeno non accenna a migliorare: l’85% delle strutture sanitarie registra ritardi superiori ai livelli pre-pandemia. Per una visita cardiologica, ad esempio, l’attesa media è di 120 giorni; per una risonanza magnetica, oltre 6 mesi. Una situazione che spinge i pazienti verso il privato, con un aggravio medio di 700 euro l’anno a famiglia.
Telemedicina: cosa offre concretamente
La telemedicina consente consulti a distanza tramite piattaforme certificate. Le prestazioni più richieste riguardano cardiologia, dermatologia e diabetologia. Un paziente con diabete di Milano racconta: “Grazie al teleconsulto, ho ricevuto un aggiustamento della terapia in due giorni, mentre con la visita tradizionale avrei aspettato tre mesi”.
Dati concreti sul risparmio di tempo
Uno studio Agenas 2025 evidenzia che nelle regioni che hanno implementato la telemedicina, i tempi di attesa medi si sono ridotti da 100 a 60 giorni. Il beneficio è particolarmente significativo al Sud, dove le carenze di personale sono più gravi. In Campania, i pazienti seguiti da remoto hanno ridotto del 35% gli accessi impropri al pronto soccorso.
Confronto internazionale
In Francia, il 70% dei medici di base offre già consulti online; in Germania, la percentuale è al 65%. In Italia siamo ancora al 30%, ma il trend è in crescita. L’OMS definisce la telemedicina “uno strumento chiave per garantire l’universalità delle cure nel XXI secolo”.
I costi e i benefici economici
Il costo medio di un consulto telematico varia tra i 25 e i 40 euro, contro i 60–80 del privato tradizionale. Inoltre, il sistema sanitario nazionale può risparmiare fino a 2 miliardi di euro l’anno riducendo ricoveri evitabili e accessi al pronto soccorso.
Incentivi e regolamentazione
Dal 2024 la telemedicina è stata inserita nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza). Alcune regioni, come Lombardia ed Emilia-Romagna, hanno già attivato rimborsi tramite il SSN. Tuttavia, resta il problema della disomogeneità territoriale: in molte aree rurali mancano connessioni veloci e infrastrutture adeguate.
Aspetto umano
Molti pazienti anziani mostrano diffidenza verso la tecnologia. Per questo sono nate figure di “facilitatori digitali” che accompagnano i cittadini nell’uso delle piattaforme. A Bologna, un progetto pilota ha formato 200 volontari che assistono gli over 70 durante i teleconsulti.
Prospettive future
Secondo il Ministero della Salute, entro il 2030 oltre il 70% delle visite di controllo potrebbe avvenire in modalità remota. Ciò permetterebbe di ridurre drasticamente i tempi e liberare risorse per i casi più complessi.