Sanremo 2023 seconda serata: Morandi sul palco con una scopa, perché

Redazione
Sanremo 2023 seconda serata: Morandi sul palco con una scopa, perché
Sanremo 2023

Sanremo 2023 seconda serata: Morandi sul palco con una scopa. La seconda serata del Festival di Sanremo 2023 si è aperta con Amadeus orgoglioso per i dati Auditel della giornata d’esordio: “Questo applauso è come se non si fosse interrotto mai da ieri sera: picchi di 16 milioni di spettatori, è un suono meraviglioso”.

Gianni Morandi è poi entrato con una scopa in mano: “Mi dà sicurezza tenerla con me. Non si sa mai, qualunque cosa succeda. E poi c’è ancora qualche petalo”, ha ironizzato il cantante, riferendosi al ‘caso Blanco’.

Super ospiti della seconda serata Al Bano e Massimo Ranieri, che insieme a Gianni Morandi hanno spinto il pubblico dell’Ariston alla standing ovation: ‘Andavo a cento all’ora’, ‘Se bruciasse la città’, ‘Mattino’, ‘Rose rosse’, ‘Scende la pioggia’.

‘Felicità’, una sfida tra hit, acuti e cori del pubblico. A ‘Perdere l’amore’, cantata con Ranieri da tutto il teatro, ha fatto eco Morandi con ‘Uno su mille’. Ha chiuso Al Bano con ‘È la mia vita’.

Prima di lasciare il palco, Al Bano ha spento le candeline su 4 torte, ognuna con le candeline 20 anni: il 20 maggio compirà 80 anni.

Drusilla e Pegah per i diritti negati in Iran

Sul palco irrompono poi i diritti negati in Iran, grazie alla testimonianza di forte impatto della consulente e attivista Pegah, italiana di origini iraniane, “nata con i racconti del Libro dei Re, cresciuta con i versi della Divina Commedia”.

Drusilla Foer e Pegah a Sanremo 2023

“In Iran – ha spiegato – non avrei potuto presentarmi così vestita e truccata, né parlare di diritti umani sul palco, sarei stata arrestata o forse addirittura uccisa.

E’ per questo che, come molti altri ragazze e ragazzi, ho deciso che la paura non ci fa più paura e di dare voce a una generazione crescita sotto un regime di terrore e repressione, in un paese bellissimo, uno scrigno di patrimoni dell’umanità”.

Pegah si è fatta accompagnare da Drusilla Foer: insieme hanno intonato le parole di una canzone diventata l’inno della rivoluzione, ‘Baraye’, scritta da Shervin Hajipour musicando i tweet dei ragazzi sulle libertà negate, che ha appena vinto il Grammy. Fonte: Virgilio

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