Scoppia la rivolta dei detenuti 23 i penitenziari coinvolti
Scoppia la rivolta dei detenuti 23 i penitenziari coinvolti. Le nuove disposizioni per contenere il contagio da coronavirus limitano i colloqui tra familiari e prigionieri. A San Vittore manifestanti per ore sul tetto, a Modena sono morti 6 detenuti. A Foggia è caccia all’evaso.
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La situazione
Da Modena, a Pavia a San Vittore a Milano, da Reggio Emilia a Ferrara, fino ad arrivare all’Ucciardone di Palermo e a Foggia dove è caccia agli evasi. Dilaga la protesta nelle carceri italiane, sull’onda del timore per il contagio da coronavirus e per le restrizioni ai colloqui dovute all’emergenza, e sullo sfondo di sovraffollamento ormai difficile da contenere.
San Vittore
A San Vittore, i detenuti che questa mattina hanno innescato la protesta sono scesi dal tetto e stanno trattando con due pm. Le urla “libertà” proseguono dall’interno del carcere mentre all’esterno un gruppo di qualche decina di giovani antagonisti sono giunti a supporto della mobilitazione. Gridano slogan come “tutti fuori dalle galere, dentro nessuno, solo macerie” e “libertà, libertà”. Fanno loro eco da dietro le sbarre le voci dei detenuti, mentre si rafforza la presenza della polizia con scudi antisommossa.
La miccia
A innescare la miccia sono stati i detenuti de ‘La Nave’ il reparto modello riservato a chi soffre di forme di dipendenza. Persone che hanno scelto di seguire la strade del recupero. Creato nel 2002 al quarto e ultimo piano del terzo raggio della casa di reclusione nel centro della città, prevede celle aperte 12 ore al giorno e la programmazione di attività psicoterapeutiche, lezioni sulla legalità, corsi di musica, teatro e attività sportive. Proprio da questa particolarità deriva il nome: una “Nave” per detenuti in transito verso una nuova vita. I detenuti hanno avuto accesso all’infermeria e hanno aperto armadietti e cassaforti: come è successo altrove il pericolo è che ingurgitino il metadone usato per placare la tossicodipendenza da eroina.
La rivolta più grave a Modena
Ma non è solo San Vittore ad essere insorta. La situazione più grave a Modena, sfociata ieri in una vera e propria rivolta dei detenuti, che ha causato 6 morti tra gli ospiti del penitenziario, tre all’interno delle mura del carcere in sommosa e tre durante i trasferimenti in altre carceri per riportare la situazione alla normalità, e che hanno riguardato 80 detenuti sul totale di 530.
L’ucciardone a Palermo
Blindato il carcere Ucciardone di Palermo: tutte le vie di accesso chiuse al traffico e presidi di controllo della polizia di stato in via Enrico Albanese, in via Borrelli e via Delle Croci, il punto più vicino tra i “bracci” e le mura di recinzione. Ci sono state proteste all’interno del penitenziario, come avvenuto ieri sera al “Pagliarelli”. Anche qui una protesta determinata dai timori di contagio da coronavirus e alle restrizioni ai colloqui con i familiari, necessarie per il contenimento del Covid-19. Diversi familiari, proprio in via Borrelli, hanno ‘comunicato’ urlando verso il carcere da cui provenivano urla dai detenuti. Nelle guardiole, sui bastioni, sono presenti agenti di polizia penitenziaria, che vigilano da dietro i vetri blindati dopo che alcuni detenuti avrebbero tentato di scavalcare una prima recinzione in ferro che precede le antiche mura di recinzione.
Carcere di Augusta
I detenuti del carcere di Augusta, invece, hanno protestato contro la misura colpendo le sbarre delle proprie celle. A renderlo noto il dirigente nazionale del Sinappe, un sindacato di polizia penitenziaria, Sebastiano Bongiovanni, per il quale, pero’, la situazione è al momento sotto controllo. “E’ accaduto nella serata di ieri – racconta il dirigente nazionale del Sinappe – quando i detenuti hanno fatto rumore colpendo le inferriate delle celle ma la protesta non si e’ estesa”. L’attenzione è comunque alta nel penitenziario di Augusta dove, poco tempo fa, si e’ verificata un’aggressione ai danni due agenti di polizia penitenziaria. In particolare, alla fine del mese di gennaio un detenuto straniero avrebbe colpito due ispettori che avrebbero voluto riportarlo in cella.
Foggia
Sta invece lentamente tornando alla normalità la situazione all’interno del carcere di Foggia dove, questa mattina, c’è stata una protesta con una evasione di numerosi detenuti. Una decina quelli che sono stati catturati da carabinieri, polizia, uomini della Guardia di finanza e militari dell’Esercito intervenuti. Gli evasi hanno rubato alcune automobili dalle attività che si trovano al Villaggio Artigiani, il quartiere dove ha sede il carcere.
In rivolta anche i detenuti del carcere di Prato
Proteste in corso nel carcere in Prato ‘La Dogaia’. Secondo quanto appreso, alcuni detenuti avrebbero distrutto alcune celle e l’infermeria del penitenziario. Sul posto polizia, carabinieri e vigili del fuoco perché, sempre secondo quanto appreso, in alcune celle sarebbero divampate delle fiamme. Sono circa 600 i detenuti reclusi nella casa circondariale.
Disordini anche nel carcere di Torino
Disordini al carcere “Lorusso e Cutugno” di Torino, dove stamattina alcuni detenuti “ordinari” reclusi nel padiglione B hanno spostato dei letti ostruendo il passaggio. Al centro della protesta, come accaduto in altre carceri italiane, i provvedimenti restrittivi messi in atto per limitare il contagio da Coronavirus.
Disordini a Rebibbia, suonato l’allarme
Disordini sono in corso nel carcere di Rebibbia Nuovo Complesso dove e’ suonato l’allarme. In alcune sezioni e’ in atto la battitura delle inferriate, mentre alcuni detenuti avrebbe tentato di scavalcare i muri dei cortili nell’area passeggio
Sui detenuti morti a Modena si indaga per omicidio colposo
La Procura di Modena ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo, al momento contro ignoti, in seguito alla morte di tre detenuti nel carcere della città emiliana durante la protesta scoppiata ieri in seguito alle limitazioni mirate al contenimento della diffusione del coronavirus. Determinante sarà l’autopsia per confermare l’ipotesi dell’abuso di farmaci come causa dei decessi. Allo stesso tempo e’ stato aperto un fascicolo sulla violenta rivolta che ha danneggiato seriamente la casa circondariale provocando anche il lieve ferimento del personale di polizia penitenziaria e sanitario intervenuto: resistenza a pubblico ufficiale, violenza privata, danneggiamento e tentata evasione sono i reati ipotizzati.
Garante dei detenuti: misure per alleggerire il sovraffollamento
Mettere in campo “misure straordinarie” per “alleggerire le situazioni di sovraffollamento”. E’ l’invito che viene dal Garante nazionale per i diritti dei detenuti, data la “situazione in atto”. Le misure, afferma il Garante, vanno messe a punto “superando un concetto di prevenzione fondata sulla chiusura al mondo esterno, affiancando a provvedimenti di inevitabile restringimento misure che diano la possibilità di ridurre le criticità che la situazione carceraria attuale determina e che permettano di affrontare con più tranquillità il malaugurato caso che il sistema sia investito piu’ direttamente dal problema” relativo all’emergenza coronavirus.
Situazione gravissima in tutta Italia
Una situazione gravissima in tutta Italia, che non ha mancato di provocare paure e reazioni. Il ministro della giustizia Alfonso Bonafede ha definito “un dovere tutelare la salute di chi lavora e vive negli istituti penitenziari”. Manterremo un dialogo costante, nei dipartimenti di competenza sono attive task force e si assicura la costante informazione all’interno delle strutture per la popolazione detenute e i lavoratori. Ma deve essere chiaro – ha concluso il ministro – che ogni protesta attraverso la violenza e’ solo da condannare e non porterà ad alcun buon risultato”
Cento: “Ai domiciliari i soggetti non pericolosi”
“La situazione delle carceri italiane è resa ancora piu drammatica dal coronavirus e quanto accaduto a Modena e in altre citta’ richiede interventi immediati. Il ministro della Giustizia Bonafede e l’intero governo prendano immediati provvedimenti”, chiede Paolo Cento suggerendo di prevedere “l’apertura delle celle in fasce orarie piu lunghe, l’immediata sanificazione delle strutture penitenziarie e – rileva ancora l’esponente Leu – il trasferimento agli arresti domiciliari di quanti più detenuti possibile in relazione ai reati di minor allarme sociale”
Spp, rivolte in 23 penitenziari in Italia
Sono almeno 23 le carceri d’Italia in cui ad ora si registrano proteste. I dati arrivano dal sindacato di polizia penitenziaria Spp guidato da Aldo Di Giacomo, che all’AGI denuncia: “La protesta si sta allargando a macchia d’olio soprattutto nei penitenziari più grandi. Tutto parte dall’allarme interno magari lanciato da un solo detenuto, sulla possibilità che ci sia un contagiato e questo fomenta gli altri. I detenuti non chiedono colloqui, come è stato detto, ma libertà e amnistia e lo dimostrano le immagini di queste ore”. Inaccettabile, secondo il sindacalista che “ci siano reclusi in grado di girare con cellulari video delle rivolte dall’interno e farli arrivare all’esterno. Comunicano tra di loro anche tra un penitenziario e l’altro”.