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Scuola: come scegliere il doposcuola giusto per i tuoi figli (senza spendere una fortuna)
Con la riapertura delle scuole, molte famiglie devono affrontare il nodo del doposcuola. Ecco i criteri per scegliere bene tra costi, qualità e sicurezza.
Il rientro a scuola significa compiti, orari rigidi e organizzazione familiare. Per milioni di genitori italiani il doposcuola è una necessità: uno spazio dove i figli possono fare i compiti, socializzare e restare in un ambiente sicuro fino al rientro dei genitori dal lavoro.
Secondo l’ISTAT, oltre il 40% delle famiglie con figli tra 6 e 14 anni ricorre a un servizio di doposcuola pubblico o privato. Ma come scegliere quello giusto senza farsi ingannare da prezzi o promesse poco chiare?
1. Valutare l’offerta educativa: non solo “parcheggio”
Un buon doposcuola deve garantire assistenza ai compiti ma anche attività formative. Linguaggi espressivi, laboratori creativi e sport di gruppo aiutano i bambini a crescere meglio.
L’INVALSI sottolinea che programmi extrascolastici strutturati possono migliorare le performance scolastiche fino al 20% in matematica e lettura.
2. Controllare il rapporto educatori-bambini
Il rapporto numerico è fondamentale: troppi bambini per pochi educatori significa poca attenzione individuale.
Il Ministero dell’Istruzione raccomanda un rapporto massimo di 1:15 nella scuola primaria e 1:20 nella secondaria di primo grado.
3. Sicurezza degli spazi e autorizzazioni
Un doposcuola serio deve avere spazi adeguati, certificazioni di agibilità e rispetto delle norme antincendio.
Conviene chiedere copia delle autorizzazioni comunali o verificare se il centro è iscritto agli albi locali delle associazioni educative.
4. Costi: come risparmiare senza rinunciare alla qualità
I costi possono variare molto: da 80 euro al mese per un servizio parrocchiale a oltre 300 per centri privati con attività sportive incluse.
Esistono però agevolazioni:
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in molte regioni sono previsti voucher scuola per servizi integrativi;
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i costi del doposcuola rientrano tra le spese detraibili al 19% nella dichiarazione dei redditi, fino a 800 euro annui per figlio. (Agenzia delle Entrate)
5. Ascoltare il passaparola (ma con occhio critico)
Parlare con altri genitori è utile, ma conviene sempre visitare di persona il centro, assistere a un pomeriggio di attività e conoscere gli educatori.
Maria Laudando