Sequestrata società gestione parking Calatafimi Segesta

Redazione
Sequestrata società gestione parking Calatafimi Segesta

Sequestrata società gestione parking Calatafimi Segesta. I carabinieri di Alcamo (Trapani) hanno sequestrato su ordine del gip di Trapani la società che gestisce il parcheggio del parco archeologico di Calatafimi Segesta.

L’accusa è trasferimento fraudolento di valori. Il parking è affidato per il momento a un amministratore giudiziario.

Il provvedimento – dicono i militari – rappresenta la prosecuzione dell’operazione denominata Phimes dello scorso febbraio. In quella operazione erano tratti in arresto l’imprenditore Francesco Isca e il vice comandante della polizia municipale per corruzione.

Per l’accusa, infine, esiste un patto corruttivo tra i due per favorire il parcheggio gestito dall’imprenditore attraverso il sanzionamento di tutte le autovetture posteggiate in altri luoghi.

I successivi accertamenti svolti dai militari dell’Arma hanno permesso di verificare come la società che gestisce il parcheggio sia fittiziamente intestata alla figlia del vice comandante e al figlio dell’ex sindaco di Calatafimi Segesta Nicolò Ferrara.

Secondo i carabinieri vi sono collegamenti accertati di Isca; per il tramite dell’ex convivente legata ai Crimi di Vita (Trapani); con la criminalità organizzata, in particolare con Vito e Calogero Musso.

Migranti: Lamorgese e Gabrielli a Lampedusa

Il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e il capo della polizia Franco Gabrielli, sono a Lampedusa (Ag) per un incontro con le autorità locali.

Ad attenderli davanti alla sede del comune un gruppo di isolani, guidati dall’ex senatrice della Lega Nord Angela Maraventano, che sta manifestando a gran voce e ha esposto uno striscione bianco con scritto in rosso ‘scafisti’.

Proprio da Lampedusa la scorsa settimana, dopo un’ondata di sbarchi, il presidente della Regione Nello Musumeci ha chiesto lo stato d’emergenza anche perché la stagione turistica è stata pregiudicata dall’emergenza sanitaria per il Coronavirus.

Gli isolani, da sempre popolo d’accoglienza, temono che l’emergenza immigrazione si traduca, per Lampedusa, nel concreto rischio contagio da Covid-19.

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