Si finge agente servizi segreti, fermato con armi e esplosivi

Redazione
Si finge agente servizi segreti, fermato con armi e esplosivi

Si finge agente servizi segreti, fermato con armi e esplosivi. I carabinieri della compagnia di Venaria (Torino) hanno arrestato un 45enne italiano per detenzione di armi ed esplosivi.

L’uomo, residente a Traves (Torino), si fingeva un agente dei servizi segreti; e aveva convinto persino i parenti di essere un militare delle forze speciali americane.

L’altra sera, nel corso del controllo di una birreria a Germagnano (Torino), il 45enne è trovato in possesso di una pistola Smith&Wesson calibro 38, con sei proiettili e altri due caricatori.

Nel corso della perquisizione ha simulato un malore, circostanza che gli è valsa anche una denuncia per interruzione di pubblico servizio.

Nell’abitazione dell’uomo i carabinieri hanno poi recuperato e sequestrato anche una pistola Beretta con caricatore e proiettili; una balestra, sedici katane, un giubbotto antiproiettile, una giacca dell’esercito americano e una mimetica militare.

Carceri: garante detenuti, in Piemonte 107 positivi

Sono 107 i detenuti risultati positivi al Covid-19 nelle 13 carceri del Piemonte, più di un terzo del dato complessivo nazionale (287). Lo scrive Bruno Mellano, garante piemontese dei detenuti.

A Torino 78 positivi, a Saluzzo (Cuneo) 25, altri 4 nella casa circondariale di Alessandria don Soria. “Nell’ambito della comunità penitenziaria italiana – prosegue Mellano – si sono registrate, purtroppo, anche delle morti.

Sia fra i detenuti (2, escludendo i 13 decessi successivi alle rivolte del 7-8-9 marzo), sia tra gli agenti e gli altri operatori anche sanitari.

In Piemonte nessun morto per fortuna, fra i detenuti e gli agenti e la gran parte dei casi è stata asintomatica o paucisintomatica.

Ma si è dovuta registrare la morte del medico che da anni era attivo nel presidio sanitario dell’Asl Cn2 nel carcere di Alba: Dominique Musafiri (65 anni), medico di famiglia di Bra, morto all’ospedale San Lazzaro di Alba, dove è ricoverato per alcuni giorni in quanto colpito da Covid-19.

Musafiri, originario di Lubumbashi, nel Katanga, dopo la laurea a Padova, era tornato nella Repubblica democratica del Congo, per esercitare la sua professione, collaborando anche con Amnesty International e organizzazioni per i diritti umani.

Dal 2001 era tornato in Italia, aveva uno studio professionale ed era molto apprezzato nel suo lavoro anche in carcere”.

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