Sommozzatore colto da malore torna in superficie e muore
Sommozzatore colto da malore torna in superficie e muore. Sommozzatore si sente male e torna in superficie. Malgrado sia immediatamente soccorso, muore poco dopo.
I sommozzatori dei vigili del fuoco di Vicenza sono intervenuti al largo di Cavallino Treporti nel veneziano in una secca, meta di escursionisti di immersioni, per recuperare l’attrezzatura di un subacqueo, deceduto ieri mattina, 10 settembre, dopo essersi sentito male.
L’allarme
Il sommozzatore si era immerso in compagnia di altri amici, quando ha accusato un improvviso malore ed è risalito. Purtroppo, nonostante l’assistenza degli altri sub suoi amici, è deceduto. Subito l’allarme alla Capitaneria di Porto e al Suem.
Sono subito partite le ricerche dell’attrezzatura da parte dei sommozzatori dei vigili del fuoco, come disposto dall’autorità giudiziaria, per determinare le cause del decesso del subacqueo. L’attrezzatura era stata sganciata nella prima parte dei soccorsi da parte degli altri subacquei.
Chi è la vittima
La vittima è Giuseppe Viscuso, 66 anni, residente a Treviso in via Ghirlanda 15. Si tratta di un sub esperto, con diversi anno di esperienza alle spalle.
Gli riattaccano braccio amputato in un incidente sul lavoro
Un intervento in emergenza, effettuato con tecniche all’avanguardia e grazie a un approccio multiprofessionale, ha permesso di salvare la vita a un uomo di 63 anni e di garantirgli il reimpianto del braccio amputato a causa di un incidente sul lavoro.
E’ accaduto il 7 settembre all’ospedale San Camillo-Forlanini di Roma, dove il paziente – spiega una nota – era arrivato in condizioni particolarmente critiche, in preda a una pesante emorragia, al limite del dissanguamento.
La situazione era aggravata dal fatto che l’uomo fosse già sottoposto a una cura a base di farmaci anticoagulanti. La reattività del coordinamento della rete per l’emergenza sanitaria ha garantito di tenere in vita il paziente.
Il personale del Pronto soccorso, dopo averlo stabilizzato – si legge – ha immediatamente rilevato la necessità di trasferirlo in sala operatoria. A quel punto è stato sottoposto a un intervento durato circa 4 ore, con una tecnica di microchirurgia particolarmente avanzata, in cui è stato completato il reimpianto del braccio.
Recuperato l’uso del braccio
“Dopo 3 giorni il paziente ha recuperato pienamente l’arto e le sue condizioni sono stabili. L’équipe che dirigo, insieme a quella di Anestesia e Rianimazione, ha svolto un lavoro di esemplare professionalità”, commenta Nicola Felici, direttore dell’Uoc di Chirurgia ricostruttiva degli arti del San Camillo.
“E’ stato effettuato all’ospedale San Camillo di Roma un intervento all’avanguardia. L’azienda ospedaliera e i suoi professionisti si confermano una eccellenza della sanità romana e regionale”. Lo dichiara l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato.