Storia del fritto, dalle origini egiziane all’arte culinaria italiana
Storia del fritto, dalle origini egiziane all’arte culinaria italiana. Il fritto è un pilastro in cucina, una tecnica culinaria amata in tutto il mondo. Ma sapete che questa tecnica ha radici antiche e una storia affascinante che si snoda attraverso millenni?
In questo articolo esploreremo le origini del fritto, dalle prime preparazioni egiziane fino alle deliziose creazioni italiane. Scoprirete come il fritto sia una parte essenziale delle cucine antiche e come si sia evoluto nel corso dei secoli.
I primi maestri sono gli Egizi
I primi maestri del fritto sono gli Egizi, che hanno intrapreso questa tecnica di cottura per la pasta dei dolci. Tuttavia, a differenza dei giorni nostri, i loro fritti venivano preparati in grassi o lardo animale.
Gli studiosi Jean Louis Flandrin e Massimo Montanari, nel loro libro “Storia dell’Alimentazione”, esaminano le origini della tecnica culinaria della frittura e propongono diverse teorie in merito.
Una delle teorie presentate sottolinea l’antichità della frittura, attribuendola proprio agli egiziani. Si sostiene che gli egiziani erano soliti friggere la pasta di pane dolcificata con il miele nel grasso, fornendo così uno dei primi esempi conosciuti di frittura.
Inoltre, un’importante prova iconografica proviene dalla tomba del faraone Ramses III a Tebe, dove sono raffigurati dolcetti a forma di spirale che sono fritti nello strutto e conditi con il miele.
A seguire Ebrei e Cinesi
Un’altra teoria riguarda gli Ebrei nel 13º secolo a. C., quando si trovavano nel deserto del Sinai. Si fa riferimento a un passaggio nel Levitico che menziona la preparazione di un impasto di farina e grasso offerto a Dio su di una padella, suggerendo un’antica forma di frittura.
Una terza teoria, forse la più plausibile, suggerisce che la scoperta della frittura possa essere attribuita alla Cina nel XV secolo a.C. Questa teoria si basa sul fatto che i cinesi avevano sviluppato una padella speciale chiamata “wok,” caratterizzata da un fondo concavo molto stretto.
Inoltre, i cinesi sapevano ricavare olio da semi di sesamo, soia e canapa, che erano ampiamente utilizzati per la frittura. Queste teorie offrono diverse prospettive sull’origine della frittura e dimostrano quanto sia antica e diffusa questa tecnica culinaria in tutto il mondo.
La testimonianza di Apicio
La nascita esatta di questa tecnica è ancora avvolta nel mistero, ma lo scrittore romano Apicio, noto amante della cucina e narratore della gastronomia antica, nel suo “De re coquinaria”, racconta di cibi fritti in miele cotto o in una miscela di garum (salsa liquida di interiora di pesce e pesce salato in uso tra gli antichi romani), olio e vino.
Mentre nell’antica Grecia sembra che la frittura fosse realizzata in grandi padelle di terracotta con manici forati, per evitare scottature durante la preparazione.
Va sottolineato che per gli antichi romani e per i greci, il fritto aveva un significato diverso rispetto a quello odierno. Nel corso dei secoli, questa tecnica di cottura ha subito numerose trasformazioni, seguendo l’evoluzione dei gusti e delle società.
Durante il Medioevo e il Rinascimento, la presenza di grassi animali era fondamentale per una perfetta riuscita del fritto, con l’eccezione del pesce, che iniziò ad essere fritto nell’olio d’oliva.
Tra Roma e Napoli, le tradizioni del fritto in Italia
Risalendo nel tempo, ci avviciniamo all’era contemporanea e alle tradizioni culinarie italiane legate al fritto. Ogni regione italiana ha sviluppato le proprie usanze e leggende legate a questa tecnica di cottura.
Ad esempio, la storia della pizza fritta napoletana ha avuto inizio alla fine della Seconda Guerra Mondiale, quando è diventata una tipologia di cibo utile per soddisfare le esigenze di un popolo affamato e impoverito.
A Roma, invece, si consolidava la tradizione dei banchetti dedicati alla frittura, con piatti come i bignè di San Giuseppe, oggi famose zeppole, e i supplì, celebri crocchette fritte ripiene di riso, pomodoro e mozzarella.
Il celebre fritto misto di pesce
Tra le preparazioni culinarie più amate in Italia spicca il fritto misto di pesce, una delizia che ha raggiunto la sua fama nel corso del XIX secolo. Era in quel periodo che è introdotto il servizio “alla russa” al posto di quello “alla francese”.
Quest’ultimo prevedeva il servizio a tavola di piatti freddi, mentre oggi sappiamo che la frittura deve essere gustata caldissima per rivelare tutto il suo sapore.
Dal dolce al salato
Il fritto, con le sue radici antiche e le influenze culturali, rappresenta una parte preziosa della storia culinaria. Dal dolce al salato, il fritto si può gustare in tante numerose varianti. Via libera a graffe e zeppole, stando sempre attenti ai rischi che un consumo eccessivo di frittura comporterebbe per la salute.
Paola De Palma