Suicidio assistito: Davide Macciocco, 40 anni, se ne va in Svizzera a morire
Suicidio assistito: Davide Macciocco, 40 anni, se ne va in Svizzera a morire. Ha deciso di andarsene con il suicidio assistito ieri, 15 settembre. Una scelta difficile, maturata in anni. La sua vita cambia venti anni fa. Davide Macciocco, 40 anni, una vita trascorsa a Termoli, in provincia di Campobasso. Voleva morire a Zurigo, dove era nato. E lo ha fatto.
La vicenda di Davide Macciocco
Erano le 6 del mattino e si trovava in spiaggia con amici. Prima di rientrare a casa dopo una notte in discoteca il gruppo decise di raggiungere il mare. Davide Macciocco volle fare un ultimo tuffo dal trabucco. Da 6 metri d’altezza, con l’acqua profonda un metro e mezzo, Davide batté la testa, fratturandosi due vertebre cervicali.
Il risveglio avvenne in ospedale a Termoli, poi il trasferimento in elicottero a Pescara e da lì il ricovero nell’istituto di Montecatone, dove è sottoposto a due decenni di terapie riabilitative.
La decisione
Alla fine la decisione di dire basta alla sofferenza con il suicidio assistito. “Io vado via in totale serenità e sognando. Non ricordatevi di me per questo gesto, ma per come mi avete conosciuto. Il dolore non è quello che dici, è quello che taci purtroppo.
La vita è un diritto, non un obbligo. Ciò che conta è vivere con dignità, con decoro e senza paura. Il mio futuro non sarebbe vita, ma sopravvivenza fatta anche di solitudine e di dolori fisicamente intollerabili” scrive nel suo testamento pubblicato sui social.
“La presi abbastanza bene all’inizio, poi mi resi conto che di punto in bianco ero paralizzato dal collo in giù, su una sedia a rotelle, senza muovere né braccia né gambe e neanche un dito.
Io che ero iperattivo e veramente non stavo un secondo fermo. Con me ti potevi ritrovare a prendere un aperitivo a un bar di Termoli, dopo un’ora ritrovarti a Pescara o a Riccione a divertirsi”.
L’attacco ai politici sul suicidio assistito
Nelle sue ultime volontà Davide Macciocco ha precisato: “Questa lettera è rivolta anche alle istituzioni italiane affinché non sia preso nessun provvedimento giudiziario nei confronti di chi mi ha semplicemente accompagnato, o meglio dato un passaggio. Se c’è qualcuno da giudicare, quelli sono i politici e il fatto che trovino difficile legiferare sul suicidio assistito“.
Si rivolge, poi ai genitori, ai parenti e a tanti amici: “Non piangete perché vi ho lasciati, sorridete poiché mi avete conosciuto e vissuto. Sto per affrontare il mio ultimo viaggio. Forse dopo la morte sarai ciò che eri prima della tua nascita.
Forse solo assenza di esistenza o forse un’altra grande avventura. Per me tutto molto improbabile, ma possibile. Io vado via in totale serenità e sognando. Ciao, ciao”.